"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

2 gennaio 2023

Card. Sako: Benedetto XVI un ‘grande teologo’ e ‘profeta’ dei rapporti con l’islam

31 dicembre 2022
Dario Salvi

Foto Patriarcato caldeo
Un pontefice “profetico” nel rapporto con l’islam, un “grande teologo” con espressioni “chiare e comprensibili” e un pastore “vicino all’Iraq e al Medio oriente”.
È il ricordo di Benedetto XVI affidato ad AsiaNews del patriarca di Baghdad dei caldei, card. Louis Raphael Sako, che proprio sotto il pontificato del papa emerito è stato eletto primate della Chiesa caldea, a fine gennaio 2013 e a pochi giorni dalla storica rinuncia al pontificato.
“Per Benedetto XVI - sottolinea il porporato - provo una grande stima. É un uomo di Dio, con un volto luminoso. Forse un giorno nella storia della Chiesa sarà proclamato dottore, per tutto quello che ha lasciato nel campo della teologia. Non abbiamo uno studioso del suo peso, oggi!”.
Papa Ratzinger, prosegue il card. Sako raggiunto al telefono a Baghdad, “per noi cristiani del Medio oriente è stato un elemento di profonda vicinanza e attenzione. Fra i ricordi più vivi - prosegue - la visita ad limina [del 2010], quando da arcivescovo di Kirkuk gli ho proposto di fare un sinodo per il Medio oriente. E lui ha accettato subito con entusiasmo, dicendo che ‘è una buona idea e vi do il mio consenso’. Era anche un uomo molto umile, anche se non è bello dire santo subito, lui era davvero un santo per quanto ha fatto” per la Chiesa.
Per quanto riguarda il legame con l’Iraq, il card. Sako lo definisce di “profonda vicinanza” e anche nei rapporti umani era “molto attento: mi ricordo che quando sono stato scelto come patriarca siamo andati da lui in udienza. Il papa non poteva fare discorsi lunghi perché era molto stanco, ma mi ha fatto gli auguri. E guardando mia sorella, mi ha detto che anche lui ne aveva una alla quale era molto legato e che purtroppo era morta”.
L’evento stesso delle dimissioni, aggiunge, poco dopo quell’incontro e che “hanno colpito il mondo intero” sono una “presa di coscienza” del limite umano.
“Quando uno vede che non può portare questa responsabilità - afferma - si ritira e dà il posto a un altro. Questo è un esempio forte, questo è un uomo di Dio”.
Infine, il rapporto con l’islam e la controversia che è seguita al celebre discorso di Ratisbona del 2006, e che ha infiammato molte piazze in Europa e del Medio oriente.
“I musulmani - sottolinea il card. Sako - non lo hanno capito e si è creata una forte tensione. Io ero vescovo di Kirkuk all’epoca e ho sofferto molto, abbiamo anche subito un pesante attentato, un’autobomba esplosa davanti a una chiesa e che ha ucciso un chierichetto caldeo. Solo in seguito hanno capito che aveva ragione e, oggi, con papa Francesco si stanno facendo grandi progressi” sia con mondo sunnita, che verso l’islam sciita come emerge dagli incontri con l’imam di al-Azhar e l’ayatollah al-Sistani.
“Questa vicinanza - aggiunge - ha molto aiutato i cristiani d’Oriente a continuare la nostra vita e a rafforzare la convivenza pacifica”.
Benedetto XVI, conclude il patriarca Sako, è stato “un uomo di valore, di fede, di preghiera, dal rapporto umano profondo e niente affatto superficiale, freddo e distaccato”.
Da giorni la Chiesa irachena pregava per il papa emerito, le funzioni proseguiranno nelle prossime ore alla memoria del papa emerito nelle messe e nelle preghiere.