"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

25 ottobre 2022

Vivere insieme: la lezione della pandemia

By Baghdadhope* - Patriarcato caldeo
Louis Raphael Sako

Foto Patriarcato caldeo
Ecco il testo pubblicato dal sito del patriarcato dell'intervento del patriarca di Baghdad dei caldei, Cardinale Louis Raphael Sako, al convegno organizzato a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio "Il grido della pace" iniziato il 23 ottobre e che terminerà oggi.   

Permettetemi di ringraziare la comunità di sant’Egidio per questo incontro per la pace dal titolo “Il grido della pace” è un grido di speranza dell’umanità intera, soprattutto in una situazione mondiale come quella attuale che è fonte di grande preoccupazione.
Si prenda, ad esempio, la guerra fra Russia ed Ucraina, e le forti tensioni e i caotici conflitti che viviamo in Medio oriente, che sono anch’essi terrificanti. Il numero di morti e feriti è alto, molte scuole e università sono chiuse, la vita dei cittadini innocenti è quasi paralizzata. Vivono nel panico e non sanno quale sarà il domani.
È terribile!
Per costruire la pace dobbiamo promuovere la diversità culturale e religiosa, la vicinanza, la solidarietà e gli sforzi di tutti i paesi e le religioni per fermare il pericolo immediato della pandemia! Questa unione internazionale che abbiamo imparato durante la pandemia dobbiamo farla per finire la guerra assurda fra la Russia e l’Ucraina ma anche altre guerre. Dobbiamo scegliere il dialogo diplomatico e la pace per risolvere i problemi e non usare le armi. La pace non può essere raggiunta senza il rispetto, l’amore e la fratellanza, la solidarietà di tutti gli individui e i popoli, lavorando per la sicurezza ed il benessere comune di tutti. La pace, infatti, è un processo di formazione. Per raggiungerla bisogna formarsi, bisogna lavorare su se stessi. Certo, la pace è anche una sfida, ma le nostre differenze, gli elementi che sembrano dividerci ci permettono in realtà di essere complementari. Ciascuno di noi e dei nostri Paesi ha un talento da offrire alla società nel suo insieme. Viviamo in un mondo nuovo che richiede di sottolineare l’importanza della diversità, che è in linea con l’approccio globale che aspira alla parità dei diritti umani, del rispetto della libertà e dignità di tutti. Da queste differenze, da queste complementarietà, dipendiamo naturalmente gli uni dagli altri: quando so di aver bisogno del mio prossimo, gli mostro ancora più attenzione per vivere in pace con lui. Oggi è necessario uscire da noi stessi per lavorare in modo semplice e concreto, con amicizia, per costruire la pace: “Beati gli artigiani della pace!” dice Gesù (Mt 5,8). 
Per costruire la pace nelle nostre società, lo sviluppo di una vera cittadinanza è una condizione necessaria per una convivenza armoniosa. Coloro che lasciano i loro paesi per venire in Occidente cercano diritti e dignità. La convivenza si articola su più livelli: 
Religiosamente, tutti noi crediamo in un solo Dio, anche se le nostre espressioni sono diverse. 
Socialmente, siamo tutti fratelli sotto l’ombrello dell’umanità. Politicamente siamo tutti cittadini dello stesso pianeta. Tuttavia, l’estremismo religioso ha distorto la convivenza, il settarismo politicizzato ha demolito il mosaico umano e la corruzione ha distrutto la società… Ci vuole una solida formazione alla diversità, come ricchezza. Non c’è problema ad “essere chi sei”, ma ciò che conta è vivere in pace e collaborare con gli altri, rispettare e onorare il bene comune. Soprattutto, il ruolo delle istituzioni educative non è solo quello di fornire insegnamenti perché possano trovare un lavoro, quanto piuttosto di formare le nuove generazioni all’apertura, al rispetto delle diversità, al pluralismo, e al consolidamento della solidarietà e della convivenza attraverso lo sviluppo delle capacità degli studenti attraverso il dialogo onesto e l’amicizia. Il rafforzamento della riconciliazione e della solidarietà tra popoli, religioni e culture diverse, per raggiungere la pace e la prosperità per tutti i cittadini, come ha ribadito Papa Francesco durante la sua visita in Iraq nel marzo 2021. Tale educazione è la base per la convivenza, poiché i conflitti, le divisioni e i blocchi esistenti sono il risultato dell’ignoranza, di una cultura uniforme, dell’egoismo e degli interessi personali. Da questo punto di vista, invito tutti gli occidentali e orientali a rivedere le tradizioni ereditate con una razionalità aperta, per CAMBIARLE e rimuovere tutte le espressioni di fondamentalismo, odio e mancanza di rispetto, per adattarsi alla realtà attuale e alla diversità sociale. 
Inoltre, occorre lavorare sodo per costruire un modello civile e democratico fondato sulla cittadinanza e non su un sistema settario che “divide”. 
Per costruire la pace nelle nostre società, lo sviluppo di una vera cittadinanza è una condizione necessaria per il futuro.