27 luglio 2022
Papa Francesco in Canada si è scusato a nome della Chiesa cattolica per gli abusi commessi da membri della Chiesa tra Ottocento e Novecento nei confronti dei popoli indigeni portati avanti nelle Indian Residential Schools, i collegi per indigeni istituiti dal Governo e gestiti in gran parte dalla Chiesa cattolica. In questi istituti i bambini, che vivevano in condizioni di estremo disagio, subivano violenze fisiche e psicologiche.
“Io spero che questo esempio possa servire anche alle autorità musulmane a capire e a chiedere perdono per tutta la sofferenza inflitta ai cristiani. Pensiamo a Isis o Daesh che al loro arrivo hanno ucciso tanti cristiani e obbligato alla conversione all’Islam. Perdono: un gesto utile per sensibilizzare i loro fedeli in questa direzione”: è quanto dichiara al Sir il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, commentando la richiesta di perdono del Papa agli indigeni del Canada. “Non solo la Chiesa è chiamata a chiedere perdono”, aggiunge il patriarca, per il quale “è indispensabile allevare i nostri figli nella cultura delle scuse, del chiedere perdono, affinare il loro carattere e educarli a correggere l’errore quando esiste”.
Purtroppo, ammette il cardinale, richiamandosi ad una nota intitolata “Riflessioni sulla cultura del chiedere perdono”, diffusa da poco dal Patriarcato caldeo, “nelle altre istituzioni politiche non si trova una cultura delle scuse. Nella nostra società orientale, che si basa sull’autorità incarnata dalla leadership e dallo sceicco, la cultura del perdono è quasi assente. Le scuse – spiega Mar Sako – contraddicono la mia dignità, il mio destino e il mio orgoglio. Ammettere un errore e chiedere scusa, invece, non è una debolezza, ma una forza, una virtù e aumenta il rispetto della persona. Chiedere perdono rimuove la tensione, esprime conoscenza di sé e coraggio, apre la strada all’amicizia e alla fiducia. Chiedere scusa è l’arte di vivere insieme in pace, felicità ed equilibrio, ed è una delle componenti di una vita condivisa. Chiedere perdono esprime il desiderio di correggere i nostri errori”. Da qui l’auspicio che anche le autorità religiose musulmane possano “scusarsi per la violenza praticata contro i cristiani indigeni della terra e così facendo rassicurarli”.
“Io spero che questo esempio possa servire anche alle autorità musulmane a capire e a chiedere perdono per tutta la sofferenza inflitta ai cristiani. Pensiamo a Isis o Daesh che al loro arrivo hanno ucciso tanti cristiani e obbligato alla conversione all’Islam. Perdono: un gesto utile per sensibilizzare i loro fedeli in questa direzione”: è quanto dichiara al Sir il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, commentando la richiesta di perdono del Papa agli indigeni del Canada. “Non solo la Chiesa è chiamata a chiedere perdono”, aggiunge il patriarca, per il quale “è indispensabile allevare i nostri figli nella cultura delle scuse, del chiedere perdono, affinare il loro carattere e educarli a correggere l’errore quando esiste”.
Purtroppo, ammette il cardinale, richiamandosi ad una nota intitolata “Riflessioni sulla cultura del chiedere perdono”, diffusa da poco dal Patriarcato caldeo, “nelle altre istituzioni politiche non si trova una cultura delle scuse. Nella nostra società orientale, che si basa sull’autorità incarnata dalla leadership e dallo sceicco, la cultura del perdono è quasi assente. Le scuse – spiega Mar Sako – contraddicono la mia dignità, il mio destino e il mio orgoglio. Ammettere un errore e chiedere scusa, invece, non è una debolezza, ma una forza, una virtù e aumenta il rispetto della persona. Chiedere perdono rimuove la tensione, esprime conoscenza di sé e coraggio, apre la strada all’amicizia e alla fiducia. Chiedere scusa è l’arte di vivere insieme in pace, felicità ed equilibrio, ed è una delle componenti di una vita condivisa. Chiedere perdono esprime il desiderio di correggere i nostri errori”. Da qui l’auspicio che anche le autorità religiose musulmane possano “scusarsi per la violenza praticata contro i cristiani indigeni della terra e così facendo rassicurarli”.