Foto Patriarcato caldeo |
La cerimonia solenne, arricchita da un intrattenimento musicale, si è svolta ieri nei giardini dell’ateneo, ad Ankawa. All’evento hanno partecipato numerose personalità religiose e civili, intellettuali, politici, il patriarca della Chiesa assira d’oriente Mar Awa III, il nunzio apostolico in Iraq, vescovi, suore, sacerdoti e parenti degli studenti. Nel corso della serata sono intervenuti anche il figlio del presidente della regione autonoma curda Idris Barzani, alcuni ministri e accademici, oltre al fondatore dell’università mons. Bashar Warda.
I presenti hanno potuto ascoltare, grazie a due filmati realizzati in precedenza e trasmessi durante la cerimonia, le testimonianze di alcuni universitari, i loro sogni e le loro aspirazioni in una realtà che non sempre ha favorito il loro percorso di studi. “La Chiesa cattolica - ha proseguito il card. Sako .- si è distinta fin dai primi secoli per le istituzioni culturali e sociali: scuole, università, enti di beneficienza per poveri, ospedali e cliniche caritative”.
L’università cattolica come il Maryamana Hospital, sempre a Erbil, sono “progetti vitali” che rafforzano il ruolo e la presenza della Chiesa stessa nella società. Nei giorni scorsi vi è da registrare l’apertura di un centro per l’autismo a Kirkuk e la posa della prima pietra del Centro Thalassima e di una struttura per i malati di Alzheimer quasi ultimata a Sulaymaniyah. Queste iniziative sociali, culturali, educative e sanitarie “preparano un futuro di convivenza” nel Paese, osserva il porporato, e offrono occasioni di conoscenza, scambio di esperienze, permettono di prepararsi alle sfide future.
Parlando delle scuole, il primate caldeo auspica che “l’educazione religiosa” sia offerta a tutti gli studenti e che non sia solo cristiana o musulmana, ma abbracci le diverse fedi perché gli studenti “possano conoscere i punti in comune ed evitare l’estremismo”. Oggi, prosegue, vi sono due “tendenze” fra i fedeli delle religioni: la prima è una visione intransigente e radicale, che non ammette revisioni rispetto a un passato immutabile. La seconda legge le religioni “in profondità” e ne ricerca “l’essenza”, o il messaggio, senza perderne “vitalità e slancio”, soprattutto in questa epoca “digitale”. Perché la religione “ha un ruolo importante” nella cosa pubblica e “non può limitarsi a riti e culto”. Il compito delle religioni “è servire le persone” preservandone libertà e dignità, conclude il porporato, e come sottolinea papa Francesco “la fratellanza umana e la fede in Dio, centro di tutte le religioni, devono unirci” rispettando “diversità e pluralismo”.