By Asia News
Dal
Kurdistan irakeno era pronto “un gruppo di 36 giovani, maschi e
femmine, fra i 18 e i 23 anni” desiderosi di partecipare alle Giornate mondiali della gioventù
(Gmg) di Panama dal 23 al 27 gennaio; tuttavia, problemi “burocratici”
legati “ai visti” hanno “fatto svanire il loro progetto”. È quanto
racconta ad AsiaNews p. Samir Youssef, parroco della diocesi di
Amadiya (Kurdistan), che in questi anni ha curato migliaia di profughi
cristiani, musulmani e yazidi fuggiti nell’estate 2014 da Mosul e dalla
piana di Ninive sotto il controllo dello Stato islamico (SI, ex Isis).
“A oltre un anno dalla sconfitta militare
del ‘Califfato’ - aggiunge il sacerdote - la situazione nella nostra
zona resta ancora di grande emergenza e molti sono i bisogni”.
Durante l’organizzazione del viaggio, racconta p. Samir, sono emerse
numerose difficoltà. “In primis - spiega - i tempi di rilascio del
visto, che richiedono almeno sei mesi. A questo si aggiungono i difetti
di comunicazione: abbiamo scritto numerose mail alla rappresentanza
diplomatica di Panama e solo in questi ultimi giorni, con estremo
ritardo, abbiamo ricevuto risposte. Vi è il rammarico per questi giovani
di Amadiya e Zakho che desideravano partire assieme ai loro
accompagnatori, sacerdoti e un paio di suore, ma non è stato
possibile”.
In occasione delle precedenti Gmg in Polonia (dove i giovani irakeni hanno potuto usufruire anche del sostegno di AsiaNews)
e Brasile “abbiamo incontrato molti meno problemi, non solo sotto il
profilo burocratico”. Un altro aspetto che “ci ha penalizzato è quello
economico: il viaggio a Panama, via Dubai, era molto oneroso ed era
difficile reperire fondi sufficienti”. L’emergenza rifugiati resta una
priorità - servono soldi e finanziamenti per sostenere i progetti di
base - e da tempo si registrano donazioni inferiori per i cristiani
irakeni, complice anche la crisi economica.
Vi è infine un ultimo punto, che si somma alle difficoltà economiche e
alle pastoie burocratiche: “Questo non è il miglior periodo per
viaggiare, per i nostri studenti” sottolinea. “Sono ricominciate le
scuole - aggiunge - per gli universitari è tempo di esami, quindi in
pochi avrebbero potuto abbandonare aule e istituti per un periodo di
tempo non breve. Del resto la scuola è fondamentale per costruirsi un
futuro, che va oltre la guerra, le violenze, i fondamentalismi”.
P. Samir, fra i beneficiari della campagna di AsiaNews "Adotta un cristiano di Mosul",
conferma che “la situazione fra i profughi cristiani, musulmani e
yazidi” nel Kurdistan irakeno resta “difficile”. “Dopo la liberazione di
Mosul e della piana di Ninive diverse famiglie sono tornate, ma molte
altre sono ancora qui e serve un forte sostegno economico per rispondere
ai loro bisogni”.
“Copriamo le spese di trasporto per decine di studenti delle
elementari e delle medie” sottolinea il sacerdote. Inoltre manca il
carburante, l’elettricità è disponibile solo per 10 ore al giorno, manca
lavoro, vi sono difficoltà a reperire vestiti, medicine e il maltempo,
le forti nevicate “hanno reso difficili gli spostamenti”. Il calo negli
aiuti è “un dato di fatto” e “i rifugiati si sentono abbandonati a loro
stessi”. Nel Kurdistan irakeno, prosegue, “non arrivano molti soldi,
mentre i bisogni sono enormi” e riguardano tutta la popolazione
rifugiata “che non è composta solo da cristiani”.
Tuttavia, problemi e difficoltà non impediscono ai giovani di trovare
nuove forme di partecipazione agli eventi della Chiesa universale. “Pur
tenendo conto delle esigenze degli studenti, faremo incontri e momenti
di preghiera in unione con papa Francesco e i giovani di tutto il mondo.
Certo - conclude p. Samir - essere presenti ha un altro valore, ma non
faremo mancare la nostra preghiera”.