By Asia News
by Joseph Mahmoud
I vescovi cattolici dell'Iraq si
sono riuniti dal 6 al 7 novembre nella loro annuale assemblea a Ankawa
(Erbil, Kurdistan). Nella due giorni, i prelati hanno discusso varie
tematiche pastorali legate alle proprie Chiese alla luce della
situazione vissuta dai cristiani nel Paese e nel resto della regione
medio orientale. Nell'incontro i vescovi hanno discusso l'applicazione
dell'Esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente", i temi del
Sinodo per la nuova evangelizzazione e dell'Anno della fede lanciato da
papa Benedetto XVI lo scorso 11 ottobre. Al termine dell'Assemblea i
prelati iracheni hanno pubblicato il seguente comunicato.
AsiaNews
pubblica il testo in versione integrale inviato da mons. Louis Sako,
arcivescovo di Kirkuk e segretario generale dell'Assemblea.
1- L'Assemblea episcopale invita tutti i partiti politici a
sedersi insieme, liberi da interessi personali e confessionali, per
iniziare un dialogo coraggioso e sincero, necessario per trovare
soluzioni che rispettino i diritti di tutte le componenti della società,
rispettando l'armoniosa coesistenza e preservando le diversità e i
pluralismi che caratterizzano il nostro Paese. Certamente vivere insieme
è il completamento di una fruttuosa interazione culturale e spirituale.
Per raggiungere tale obiettivo sé necessario una volontà politica
libera e rinnovabile. Inoltre è necessario che la religione rimanga
distante dai conflitti politici. I bombardamenti, le uccisioni e le
distruzioni compiute in nome della fede, offendono Dio e deformano il
credo religioso.
2- È triste notare che l'emigrazione dei cristiani sta
continuando, rendendoci in futuro ancora più vulnerabili e minacciati.
L'Assemblea episcopale invita tutti i cristiani ad essere attaccati alla
propria terra d'origine e a partecipare alla sua costruzione, prendendo
esempio dai loro padri. Occorre un continuo coinvolgimento e
perseveranza nel comunicare in patria la nostra condizioni di cittadini e
cristiani. L'Esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente" invita i
figli di Abramo a non "essere strumentalizzati in conflitti reiterati e
ingiustificabili per un autentico credente, il riconoscimento di un Dio
Uno può - se vissuto con un cuore puro - contribuire notevolmente alla
pace della regione e alla convivenza rispettosa dei suoi abitanti".
Pertanto i vescovi sperano che la convivenza continui con migliori
condizioni di giustizia e rispetto della dignità umana, che posso
limitare l'emigrazione e incoraggiare i migranti a ritornare nella
propria patria. L'Assemblea episcopale invita il governo federale e
quello della regione del Kurdistan ad assumersi la piena responsabilità
nell'assicurare sicurezza e stabilità e condizioni di vita dignitose per
tutte le componenti della società.
3- A tutt'oggi, i prelati sono preoccupati per le condizioni
delle nostre sorelle e fratelli siriani. Attraverso la loro solidarietà e
la preghiera i vescovi sperano che le riforme chieste dalla popolazione
vengano attuate in modo pacifico, attraverso dialoghi e negoziati
costruttivi e non con la violenza e la distruzione. Il dialogo civile è
un modo umano e religioso per risolvere i problemi. Preghiamo per il
rapido ritorno alla stabilità dei nostra vicina Siria.
4- In conclusione, l'Assemblea invita i fedeli a rinvigorire la
fede e la speranza e di pregare per il ritorno alla pace e alla
stabilità del Paese in modo che tutti possano godere della libertà,
dignità e gioia.