28 ottobre 2023
“Tornare alla nostra fede e nutrire la speranza che sono radicate nella Parola di Dio”.
È un invito a “non avere paura” quello che il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, lancia in un messaggio ai fedeli “in questo momento difficile e con la guerra che infuria da più di un anno tra Russia e Ucraina e adesso anche in Terra Santa”.
“Nel cuore dove si annida la paura, può nascere la speranza” dice il patriarca che esorta a non indietreggiare davanti “al pericolo, alle minacce, all’abuso di potere, alla malvagità degli esseri umani, alla vendetta, ai conflitti, alle guerre, così come ai disastri naturali come terremoti, uragani, inondazioni, incendi, malattie ed epidemie”. “C’è sempre speranza – ribadisce – la speranza si profila all’orizzonte e continua a progredire”.
Per questo motivo “il cristiano deve alzare la testa e guardare più lontano, perché c’è un Liberatore, Gesù fonte della speranza”. “I malvagi – ricorda il patriarca caldeo – dipendono dal denaro, dalle armi, ma noi deboli abbiamo fede solo in Dio, che è la nostra forza e consolida la nostra convinzione che l’ingiustizia non durerà e che il futuro sarà un sistema democratico che rispetti la legge e i diritti dei cittadini e garantisca loro la libertà e la dignità. La speranza è più forte della paura. Nelle avversità dobbiamo ricorrere alla preghiera e alla solidarietà umana per proteggerci e aiutarci a vicenda”.
In questo cammino, dichiara Mar Sako, “ci accompagnano le preghiere dei martiri di Mosul, Baghdad, Kirkuk e Bassora… Cerchiamo di essere forti e di non permettere alla paura di prendere il sopravvento. Preghiamo con questi martiri per tutti coloro che soffrono per la violenza, l’ingiustizia, l’esclusione e l’emarginazione, perché si realizzi la loro speranza di una vita dignitosa e felice”.
È un invito a “non avere paura” quello che il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, lancia in un messaggio ai fedeli “in questo momento difficile e con la guerra che infuria da più di un anno tra Russia e Ucraina e adesso anche in Terra Santa”.
“Nel cuore dove si annida la paura, può nascere la speranza” dice il patriarca che esorta a non indietreggiare davanti “al pericolo, alle minacce, all’abuso di potere, alla malvagità degli esseri umani, alla vendetta, ai conflitti, alle guerre, così come ai disastri naturali come terremoti, uragani, inondazioni, incendi, malattie ed epidemie”. “C’è sempre speranza – ribadisce – la speranza si profila all’orizzonte e continua a progredire”.
Per questo motivo “il cristiano deve alzare la testa e guardare più lontano, perché c’è un Liberatore, Gesù fonte della speranza”. “I malvagi – ricorda il patriarca caldeo – dipendono dal denaro, dalle armi, ma noi deboli abbiamo fede solo in Dio, che è la nostra forza e consolida la nostra convinzione che l’ingiustizia non durerà e che il futuro sarà un sistema democratico che rispetti la legge e i diritti dei cittadini e garantisca loro la libertà e la dignità. La speranza è più forte della paura. Nelle avversità dobbiamo ricorrere alla preghiera e alla solidarietà umana per proteggerci e aiutarci a vicenda”.
In questo cammino, dichiara Mar Sako, “ci accompagnano le preghiere dei martiri di Mosul, Baghdad, Kirkuk e Bassora… Cerchiamo di essere forti e di non permettere alla paura di prendere il sopravvento. Preghiamo con questi martiri per tutti coloro che soffrono per la violenza, l’ingiustizia, l’esclusione e l’emarginazione, perché si realizzi la loro speranza di una vita dignitosa e felice”.