"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

7 giugno 2022

Mar Yakoob III Danil eletto nuovo Patriarca della Antica Chiesa d’Oriente


L’Antica Chiesa d’Oriente ha un nuovo Patriarca: si tratta di Mar Yakoob Danil, finora Metropolita di Australia e Nuova Zelanda. Il Sinodo dei Vescovi dell’Antica Chiesa d’Oriente, convocato per eleggere il successore del Patriarca Mar Addai II – scomparso l’11 febbraio all’età di 74 anni– si è svolto dal 30 maggio al 1° giugno presso la chiesa di San Odisho (Chicago, Illinois).
Il nuovo Patriarca prenderà il nome di Mar Yacoob III. La liturgia di consacrazione patriarcale avrà luogo presso la Cattedrale di Santa Maria, a Baghdad, il prossimo 19 agosto, giorno in cui l’Antica Chiesa d’Oriente celebra la Festa della Trasfigurazione.
L’Antica Chiesa d’Oriente è una piccola ma non trascurabile compagine ecclesiale di tradizione siro orientale che conta circa 70mila battezzati e affonda le sue radici nel cristianesimo delle origini, essendo sorta da una scissione avvenuta in seno alla Chiesa assira d’Oriente. Insieme alla Chiesa caldea e alla Chiesa Assira d’Oriente, la Chiesa ora guidata da Mar Yakoob III si richiama all’eredità della prima antica Chiesa d’Oriente, quella che per prima portò il cristianesimo in Persia, in India e in Cina.
Lo scisma che portò alla formazione della Antica Chiesa d’Oriente  avvenne nel 1964, in reazione a alcune riforme liturgiche introdotte dal Patriarca Shimun XXII, allora a capo della Chiesa assira d'Oriente.
A quel tempo il Patriarca Shimun viveva in esilio negli Stati Uniti, essendo stato espulso dall'Iraq nel 1933. La sua decisione di abbreviare il digiuno quaresimale e adottare il calendario gregoriano per la celebrazione delle principali solennità liturgiche, provocò in Iraq la reazione di settori ecclesiali che da tempo contestavano la prassi della successione patriarcale ereditaria, allora in vigore (per la quale la carica di Patriarca passava sa zio a nipote), e si opposero alle ulteriori “novità” imposte dall’estero, a dispetto della prassi secolare che vigeva nelle terre di radicamento originario. La parte di clero che entrata in contrasto con il Patriarca Shimun XXII si pose sotto la giurisdizione del Vescovo Thoma Darmo, che si fece consacrare Patriarca nel 1969, stabilì la sua sede a Baghdad e iniziò a guidare la nuova compagine ecclesiale, denominata Antica Chiesa d’Oriente.
Dopo la morte di Thoma Darmo, nel 1970 come suo successore fu eletto Patriarca Mar Addai II, che ha retto la sede patriarcale di Baghdad fino alla morte.
La vicenda personale del nuovo Patriarca eletto Mar Yakoob III è essa stessa segnata dai travagli dello scisma tra le due Chiese: fino al 1985, Yacoob Danil era infatti Metropolita di Kirkuk (Iraq) della Chiesa assira d’Oriente. In quell’anno avvenne il suo passaggio all’Antica Chiesa d’Oriente, nella quale rivestì negli anni successivi i ruoli di Vescovo in Siria e poi di Metropolita in Australia e Nuova Zelanda.
L’elezione del nuovo Patriarca Mar Yakoob III è avvenuta subito dopo il sostanziale fallimento di un ennesimo tentativo messo in atto per provare a risanare lo scisma tra Chiesa Assira d’Oriente e Antica Chiesa d’Oriente. Lo scorso 9 maggio, proprio presso la chiesa di Sant’Odisho a Chicago (la stessa in cui si è poi tenuto il sinodo che ha eletto Patriarca Mar Yacoob), erano stati avviati i colloqui tra Vescovi rappresentanti della Chiesa assira d’Oriente e della Antica Chiesa d’Oriente, incaricati di provare a ricomporre l’unità tra le due antiche compagini ecclesiali separatesi nel 1967.
Diverse sedute di lavoro tra le due delegazioni si sono svolte durante il mese di maggio, senza produrre risultati concreti.
Secondo diverse fonti, durante le riunioni non sarebbe stato raggiunto un accordo su alcuni punti controversi da sciogliere per favorire la piena riunificazione tra le due compagini ecclesiali. Tra le altre cose, come riportato dal sito BaghdadHope, le delegazioni non avrebbero trovato un compromesso sulla definizione di un calendario liturgico comune e su questioni relative alla composizione delle rispettive gerarchie in un unico corpo episcopale.