"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

19 ottobre 2020

Il Patriarca caldeo al Presidente Salih: Natale diventi giorno festivo per tutti gli iracheni


 
Foto Presidenza irachena 

Un disegno di legge per far sì che il Natale sia ufficialmente riconosciuto come giorno festivo in tutto l’Iraq.
E’ questa la richiesta concreta che il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea, ha presentato al Presidente iracheno Barham Salih, che sabato 17 ottobre ha ricevuto il Patriarca nella sua residenza.
Durante il colloquio – riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato caldeo e della Presidenza irachena - il Presidente iracheno Barham Salih (ingegnere curdo laureatosi in Gran Bretagna, dove era espatriato ai tempi del regime di Saddam Hussein) ha riconosciuto e esaltato il ruolo delle comunità cristiane nella ricostruzione del Paese, ribadendo il suo impegno a favorire in tutti i modi il ritorno dei cristiani sfollati nei loro territori di provenienza, a cominciare da Mosul e dalla Piana di Ninive, da loro abbandonate durante gli anni della dominazione jihadista.
Il Capo di Stato iracheno ha sottolineato anche l’urgenza di porre fine alle discriminazioni, spesso dissimulate, che di fatto ostacolano la piena e libera partecipazione dei cristiani iracheni alla vita politica, sociale e culturale del Paese.
Lo scorso anno, lo stesso Cardinale Louis Raphael Sako aveva dato disposizione di celebrare il Natale in maniera sobria, senza momenti conviviali pubblici, come segno di vicinanza alle famiglie delle centinaia di morti e dei feriti registrati durante le proteste e gli scontri di piazza che nei mesi precedenti avevano scosso il Paese, e si erano verificati anche dopo la caduta del governo guidato da Adel Abdel Mahdi.
Per questo motivo vennero cancellati anche i tradizionali ricevimenti che vedevano autorità politiche e religiose recarsi presso la sede del Patriarcato caldeo per lo scambio di auguri con il Patriarca e i suoi collaboratori.