By AgenSIR
Nuovo appello alla prudenza, alla saggezza e al rispetto delle norme anticontagio da parte del Patriarcato caldeo di Baghdad (Iraq).
Gli ultimi dati parlano, nel Paese, di oltre 3.400 casi confermati, più di 2.200 guarigioni e 123 decessi. In un comunicato il patriarca di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, ricorda che “l’epidemia di Coronavirus ha causato la morte di migliaia di persone e infettato quasi cinque milioni. Il Coronavirus è un nemico mortale, invisibile che vive con noi”.
Da qui il monito del porporato “a fare attenzione e a restare il più possibile a casa rispettando le regole di prevenzione emesse dai governi locali”. Il patriarca esorta a “non sottovalutare il virus che non sta scomparendo. Le informazioni, a riguardano, mostrano esattamente il contrario e il pericolo di una sua recrudescenza sarebbe di estrema gravità anche alla luce del fatto che, ad oggi, non è stato scoperto alcun vaccino”.
Il card. Sako allontana anche una ripresa a breve delle attività liturgiche e pastorali con il concorso di popolo perché spiega “è necessario, per preservare la sicurezza e la vita delle persone, essere pazienti e attendere sviluppi. Il numero di vittime è aumentato a Baghdad negli ultimi giorni, tra questa anche molti cristiani”.
Il patriarca invita a pregare per la guarigione di mons. Saad Sirop Hanna, vescovo visitatore dei caldei residenti in Europa, ricoverato in ospedale a causa del Coronavirus Covid-19. Nel 2006, quando era ancora sacerdote, il vescovo fu rapito per 28 giorni da un gruppo di terroristi legati ad Al-Qaeda, torturato e minacciato di morte.
“Riapriremo le nostre chiese ma non sappiamo ancora quando. Per adesso è opportuno seguire rigorosamente le misure di protezione senza le quali milioni di persone sarebbero morte e l’economia globale crollata”. “I nostri fedeli sono persone semplici che partecipano alle pratiche religiose, vivono le loro relazioni familiari e sociali, ma – avverte il patriarca – non facciamoci prendere troppo dalle emozioni nemmeno nelle cerimonie di sepoltura, visite ai malati e per le condoglianze”. Per quanto riguarda le famiglie bisognose, “il Patriarcato si sta prendendo cura di loro con i mezzi disponibili e grazie ai suoi sacerdoti”. Attivo un fondo di solidarietà di 100mila dollari. Dal card. Sako, infine, arriva l’indicazione ai vescovi caldei, dentro e fuori l’Iraq, a rispettare le procedure dei governi locali e le istruzioni del Patriarcato.
Nuovo appello alla prudenza, alla saggezza e al rispetto delle norme anticontagio da parte del Patriarcato caldeo di Baghdad (Iraq).
Gli ultimi dati parlano, nel Paese, di oltre 3.400 casi confermati, più di 2.200 guarigioni e 123 decessi. In un comunicato il patriarca di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, ricorda che “l’epidemia di Coronavirus ha causato la morte di migliaia di persone e infettato quasi cinque milioni. Il Coronavirus è un nemico mortale, invisibile che vive con noi”.
Da qui il monito del porporato “a fare attenzione e a restare il più possibile a casa rispettando le regole di prevenzione emesse dai governi locali”. Il patriarca esorta a “non sottovalutare il virus che non sta scomparendo. Le informazioni, a riguardano, mostrano esattamente il contrario e il pericolo di una sua recrudescenza sarebbe di estrema gravità anche alla luce del fatto che, ad oggi, non è stato scoperto alcun vaccino”.
Il card. Sako allontana anche una ripresa a breve delle attività liturgiche e pastorali con il concorso di popolo perché spiega “è necessario, per preservare la sicurezza e la vita delle persone, essere pazienti e attendere sviluppi. Il numero di vittime è aumentato a Baghdad negli ultimi giorni, tra questa anche molti cristiani”.
Il patriarca invita a pregare per la guarigione di mons. Saad Sirop Hanna, vescovo visitatore dei caldei residenti in Europa, ricoverato in ospedale a causa del Coronavirus Covid-19. Nel 2006, quando era ancora sacerdote, il vescovo fu rapito per 28 giorni da un gruppo di terroristi legati ad Al-Qaeda, torturato e minacciato di morte.
“Riapriremo le nostre chiese ma non sappiamo ancora quando. Per adesso è opportuno seguire rigorosamente le misure di protezione senza le quali milioni di persone sarebbero morte e l’economia globale crollata”. “I nostri fedeli sono persone semplici che partecipano alle pratiche religiose, vivono le loro relazioni familiari e sociali, ma – avverte il patriarca – non facciamoci prendere troppo dalle emozioni nemmeno nelle cerimonie di sepoltura, visite ai malati e per le condoglianze”. Per quanto riguarda le famiglie bisognose, “il Patriarcato si sta prendendo cura di loro con i mezzi disponibili e grazie ai suoi sacerdoti”. Attivo un fondo di solidarietà di 100mila dollari. Dal card. Sako, infine, arriva l’indicazione ai vescovi caldei, dentro e fuori l’Iraq, a rispettare le procedure dei governi locali e le istruzioni del Patriarcato.