By Avvenire
Luca Geronico
20 settembre 2019
20 settembre 2019
Un sopravvissuto al genocidio del Daesh che può finalmente tornare a
Qaraqosh, nel cuore della Piana di Ninive, culla del cristianesimo
iracheno.
“Sidra”, manoscritto della Chiesa siro-cattolica databile tra il XIV e il XV secolo, è stato presentato ieri al Salone del Restauro di Ferrara. L’antichissimo libro liturgico – una sorta di guida per i riti da Pasqua fino a settembre – era l’ospite d’onore al Salone del Restauro conclusosi ieri a Ferrara. Un testo dall’inestimabile valore storico-documentale, ma anche simbolo della rinascita culturale di una comunità. E il suo restauro è pure un modello di cooperazione internazionale dedicata ai beni culturali.
“Sidra”, manoscritto della Chiesa siro-cattolica databile tra il XIV e il XV secolo, è stato presentato ieri al Salone del Restauro di Ferrara. L’antichissimo libro liturgico – una sorta di guida per i riti da Pasqua fino a settembre – era l’ospite d’onore al Salone del Restauro conclusosi ieri a Ferrara. Un testo dall’inestimabile valore storico-documentale, ma anche simbolo della rinascita culturale di una comunità. E il suo restauro è pure un modello di cooperazione internazionale dedicata ai beni culturali.
Quando,
nell’agosto del 2014, l’arrivo dei miliziani del Daesh era imminente,
alcuni sacerdoti nascosero in un sottoscala della canonica di al-Tahira,
la cattedrale dell’Immacolata concezione di Qaraqosh, un centinaio di
antichi volumi sacri. Nei giorni seguenti la chiesa sarebbe stata
devastata, gli altari spogliati dal marmo e l’adiacente chiostro
trasformato in un poligono di tiro per i cecchini. Poi 25 mesi di
barbarie, cessati solo nell’ottobre del 2016 con la riconquista militare
dell’antica cittadella cristiana.
Fu in una delle
primissime ricognizioni nella città liberata, che si riaprì il
sottoscala per portare al sicuro a Erbil l’antico manoscritto.
Abbandonato assieme ad altri volumi e oggetti preziosi in una libreria
di fortuna nella sede provvisoria di Erbil dell’arcivescovado
siro-cattolico, fu notato nel gennaio del ’17 dalla giornalista Laura
Aprati: «Era dimenticato nel caos, ma quando me lo mostrarono mi
colpirono i colori intatti delle miniature e degli inchiostri», ricorda.
Pochi
mesi dopo fu l’allora arcivescovo di Mosul, monsignor Yohanna Butros
Mouché, a consegnarlo nelle mani dei volontari di Focsiv presenti a
Erbil. Serviva un “corridoio culturale” che fu aperto grazie
all’interessamento del ministro per i beni culturali Dario Franceschini
(da poche settimane tornato allo stesso incarico) e di Verderame
progetto cultura.
Il libro venne così consegnato
all’Icrcpal, l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del
patrimonio archivistico e librario di Roma. Poi due anni di restauro,
eseguito gratuitamente, delle 116 pagine scritte in aramaico con
caratteri siriaci e custodite da una copertina di legno e cuoio. La
condizione dei pigmenti delle miniature e degli inchiostri ha reso
necessario un intervento di restauro ad alta tecnologia diretto da
Lucilla Nuccetelli.
La rinascita di Sidra è un esito
imprevisto della campagna di Focsiv-Avvenire per il Kurdistan iracheno
avviata nel 2014: «“Non lasciamoli soli” è anche cooperazione culturale e
valorizzazione delle identità e delle fedi. Speriamo che presto tanti
possano andare a Qaraqosh per conoscere direttamente patrimoni culturali
fondamentali dell’umanità», afferma il presidente di Focsiv Gianfranco
Cattai.