By Asia News
by Joseph Mahmoud
"Sono progetti e iniziative nel
settore umanitario, che aiutano a diffondere lo spirito di
collaborazione fra tutti i cittadini. E far capire che i cristiani sono
membri autentici di questo Paese, che vogliono fare del bene a tutti".
Così sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako ha voluto descrivere ad AsiaNews
lo spirito che ha portato alla realizzazione di un ambulatorio medico a
Baghdad, sostenuto con forza dal Patriarcato caldeo e aperto a
cristiani, musulmani e altre fedi religiose, senza alcuna distinzione o
discriminazione. Il 13 gennaio scorso i vertici della Chiesa irakena
hanno inaugurato il complesso ospedaliero di San Giuseppe, che sorge
nell'area di Baladiyat, nella zona est di Baghdad. Alla cerimonia del
taglio del nastro, effettuato da Mar Sako, hanno partecipato il nunzio
apostolico Giorgio Lingua, vescovi, sacerdoti, suore, religiosi
musulmani, esponenti del governo centrale e semplici cittadini, curiosi
di osservare da vicino la rinnovata struttura.
L'ambulatorio sorge in un'area della capitale a maggioranza sciita;
in occasione della cerimonia inaugurale i vertici della comunità
musulmana hanno voluto ringraziare i cristiani, sottolineando il ruolo
della Chiesa "nella costruzione del Paese e nel diffondere i principi di
pace e convivenza fra tutti i cittadini". Al riguardo il Patriarca
caldeo sottolinea che "i musulmani hanno già colto lo spirito
dell'apertura dei cristiani verso tutte le religioni" e "soprattutto i
musulmani stessi". L'ambulatorio, conclude Sua Beatitudine, è "aperto a
tutti senza eccezione".
Durante la cerimonia inaugurale il vescovo ausiliare di Baghdad mons. Shlemon Warduni ha illustrato le
varie aree, ringraziando quanti "hanno contribuito in modo attivo" alla
realizzazione, in particolare l'Ufficio finanziamenti per i cristiani,
Yazidi e i Sabei. Rivolto all'assistenza agli anziani quando, nel 2010,
ha aperto per la prima volta i battenti, ora è diventata una struttura
ambulatoriale a tutti gli effetti, anche se sono previsti ulteriori
miglioramenti per il futuro. Attraverso questa iniziativa la Chiesa
cattolica irakena ha voluto dar vita a un luogo "aperto a tutte le
religioni" e "al servizio della società".
Fonti del Patriarcato caldeo spiegano che finora è stato inaugurato
solo l'ambulatorio, ma nel prossimo futuro sarà completato tutto il
progetto. Al momento non vi sono ancora stanze per i pazienti, ma solo
studi per i medici delle varie specializzazioni. In un primo momento era
stato pensato come una casa di riposo per anziani, ma non ha riscosso
grande successo; per questo si è deciso di trasformarlo in un vero e
proprio ospedale.
Numerosi e positivi i commenti della comunità musulmana locale, che
mostra di apprezzare un progetto "vitale" per la popolazione. Il
complesso, diretto da Ghaleb Mansour, dispone di una piccola ma
accogliente chiesa per le funzioni religiose, all'interno della quale si
è tenuto il discorso inaugurale. L'ospedale di San Giuseppe diventa
così un segno di "speranza" e "umanità" in un Paese spesso martoriato da
violenze che in questi primi giorni del 2014 hanno raggiunto un livello
preoccupante. Solo ieri sono morte oltre 70 persone in una serie di
attentanti in diverse zone dell'Iraq. La tensione ha ormai raggiunto i
livelli del biennio di sangue 2005/6: nel 2013 le vittime ufficiali sono
state 8.868; da inizio mese, il bilancio dei morti ha quasi toccato
quota 300.