By Asia News
La chiesa siro-ortodossa di San Matteo, a Baghdad, è uno degli obiettivi presi di mira dagli estremisti irakeni, che questa mattina hanno compiuto una serie di attacchi in tutto il Paese in concomitanza con il nono anniversario dell'invasione statunitense - il 20 marzo 2003 - per abbattere il rais Saddam Hussein. Fonti ecclesiastiche di AsiaNews in Iraq, che chiedono l'anonimato per sicurezza, confermano che nell'attentato sono morte le due guardie del luogo di culto cristiano, mentre altre cinque persone sono state ferite. Intanto il bilancio provvisorio degli attacchi bomba - si parla di oltre 20 esplosioni - nella capitale, a Kirkuk, nella città santa sciita di Kerbala, a Hillah e Mahmoudiya è di almeno 39 morti e circa 200 feriti.
Fonti di AsiaNews in Iraq confermano "le oltre 20 esplosioni" in diverse aree del Paese, fra cui l'attentato alla chiesa di San Matteo che "ha causato la morte delle due guardie e il ferimento di altre cinque persone". Al momento non è chiaro se fosse proprio il luogo di culto cristiano il reale obiettivo dell'attentato estremista. A Kirkuk, città 300 km a nord della capitale, si sono registrate "tre esplosioni che hanno causato circa 10 morti e più di 40 feriti" in un quartiere, dove gli attentatori "hanno preso di mira una caserma della polizia".
Le cronache riferiscono di altre 13 vittime e una cinquantina di feriti a Kerbala, città santa degli sciiti, in cui sarebbero esplose due autobombe. Ancora attentati si sono registrati a Hillah, Latifuyah e in altre zone dell'Iraq, anche se al momento non si hanno notizie ufficiali.
La lunga scia di sangue di oggi segna il nono anniversario dell'invasione americana ed è solo l'ultimo episodio, di una serie interminabile di violenze che segnano una nazione divisa fra arabi, curdi e turcomanni e dove i cristiani sono spesso vittima di vendette incrociate e giochi di potere. Dal 2003 al dicembre 2011, data del ritiro completo delle truppe Usa, sono morti 4.550 soldati statunitensi e 300 alleati. Tuttavia, la vera carneficina riguarda la popolazione civile irakena, che registra circa 100mila vittime dall'inizio della guerra.
Esperti di politica irakena interpellati da AsiaNews sottolineano che gli attacchi di oggi potrebbero essere legati al prossimo vertice della Lega Araba, in programma a Baghdad - per la prima volta dal 1990 - fra il 27 e il 29 marzo prossimi. "Vi sono nazioni - afferma l'esperto - che vogliono far fallire il vertice, perché la Lega è composta in larga maggioranza da sunniti". A questo si aggiunge "la festa di Nawruz", la ricorrenza tradizionale che segna il nuovo anno per le comunità curde e sciite. Nata in ambito pre-islamico e sacra per gli zoroastriani, oggi viene osservata anche da molti sufi e Baha'i.
Gli attentatori, conclude la fonte, vogliono colpire in occasione di appuntamenti cruciali e "ci aspettiamo altri attacchi nelle prossime ore e nei giorni che verranno". Le violenze in Iraq "non sono finite".