By Baghdadhope*
La scorsa settimana il Patriarca caldeo Cardinale Mar Emmanuel III Delly di ritorno dalla visita pastorale alla diocesi di Bassora si era fermato a Najaf, una delle città sante sciite irachene ma non aveva incontrato la massima autorità religiosa sciita, il Grand Ayatollah Ali Al Sistani che lì risiede. Il mancato incontro era stato attribuito a diverse cause. Si è detto che la visita non era stata programmata, che il Grand Ayatollah non poteva ricevere il Cardinale per motivi di salute o perchè già impegnato in una commemorazione religiosa. Tutte ipotesi smentite dallo stesso Cardinale che aveva sostenuto di essere sì passato da Najaf sulla via del ritorno a Baghdad ma che non era sua intenzione far visita al capo sciita. Comunque siano andate le cose la frattura del mancato incontro si è ora ricucita.
Ieri, infatti, il Cardinale Delly, accompagnato dal vicario patriarcale Mons. Shleimun Warduni, si è recato di nuovo a Najaf dove, come riportato dal sito Akhbaar ha visitato la moschea dedicata a Ali ibn Abi Talib, il primo imam nella tradizione sciita ed il museo invece dedicato al martire Muhammad Sadiq al-Sadr, ucciso dal regime nel 1999 e padre del leader religioso sciita Muqtada Al Sadr.
"La mia visita a Najaf ed alla sua guida religiosa" ha detto Il Cardinale Delly è "è una visita di un fratello ai propri fratelli ed io ne sono felice." "Una visita che ha confermato l'unità degli iracheni tutti, che non ha toccato questioni politiche e che è servita a chiarire la confusione venutasi a creare durante la mia precedente visita a Najaf." Mar Delly ha poi affermato che il Grand Ayatollah Ali Al Sistani si è raccomandato che "tutti gli iracheni si comportino da fratelli" Secondo l'agenzia AKnews alla domanda se la delegazione cristiana avesse avanzato richieste alle autorità religiose sciite il Cardinale Delly ha replicato dicendo che "Non avevo nessuna richiesta da fare a parte quella per la stabilità in Iraq."
Stabilità che è alla base della richiesta fatta però al governo di affrettare la nomina del ministro per la sicurezza, ruolo ancora coperto ad interim dal primo ministro Nuri Al Maliki.
La scorsa settimana il Patriarca caldeo Cardinale Mar Emmanuel III Delly di ritorno dalla visita pastorale alla diocesi di Bassora si era fermato a Najaf, una delle città sante sciite irachene ma non aveva incontrato la massima autorità religiosa sciita, il Grand Ayatollah Ali Al Sistani che lì risiede. Il mancato incontro era stato attribuito a diverse cause. Si è detto che la visita non era stata programmata, che il Grand Ayatollah non poteva ricevere il Cardinale per motivi di salute o perchè già impegnato in una commemorazione religiosa. Tutte ipotesi smentite dallo stesso Cardinale che aveva sostenuto di essere sì passato da Najaf sulla via del ritorno a Baghdad ma che non era sua intenzione far visita al capo sciita. Comunque siano andate le cose la frattura del mancato incontro si è ora ricucita.
Ieri, infatti, il Cardinale Delly, accompagnato dal vicario patriarcale Mons. Shleimun Warduni, si è recato di nuovo a Najaf dove, come riportato dal sito Akhbaar ha visitato la moschea dedicata a Ali ibn Abi Talib, il primo imam nella tradizione sciita ed il museo invece dedicato al martire Muhammad Sadiq al-Sadr, ucciso dal regime nel 1999 e padre del leader religioso sciita Muqtada Al Sadr.
"La mia visita a Najaf ed alla sua guida religiosa" ha detto Il Cardinale Delly è "è una visita di un fratello ai propri fratelli ed io ne sono felice." "Una visita che ha confermato l'unità degli iracheni tutti, che non ha toccato questioni politiche e che è servita a chiarire la confusione venutasi a creare durante la mia precedente visita a Najaf." Mar Delly ha poi affermato che il Grand Ayatollah Ali Al Sistani si è raccomandato che "tutti gli iracheni si comportino da fratelli" Secondo l'agenzia AKnews alla domanda se la delegazione cristiana avesse avanzato richieste alle autorità religiose sciite il Cardinale Delly ha replicato dicendo che "Non avevo nessuna richiesta da fare a parte quella per la stabilità in Iraq."
Stabilità che è alla base della richiesta fatta però al governo di affrettare la nomina del ministro per la sicurezza, ruolo ancora coperto ad interim dal primo ministro Nuri Al Maliki.