"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 gennaio 2009

Iraq: Arcidiocesi di Torino, incontro con Mons. Warduni sul futuro dei cristiani nel paese

Fonte: SIR

“Quale futuro per i cristiani?” è questo il tema dell’incontro pubblico che si terrà il 29 gennaio a Torino su iniziativa dell’arcidiocesi. A parlare è stato invitato il vicario patriarcale di Baghdad, il caldeo mons. Shlemon Warduni. “L’incontro – spiega al Sir don Ermis Segatti, referente per la cultura e l’università dell’arcidiocesi e moderatore dell’evento – intende far conoscere l’importanza della presenza cristiana in questa zona del mondo e più specificatamente all’interno di una secolare tradizione islamica. Vogliamo poi tracciare un quadro delle condizioni estreme in cui si trovano i cristiani, una minoranza tollerata ma sotto protezione che ha bisogno di aiuto. Dall’ascolto delle parole di mons. Warduni cercheremo quindi di capire che tipo di aiuto offrire come comunità ecclesiale torinese”.
Da questo punto di vista l’arcidiocesi di Torino è sempre stata molto attiva come dimostra, per esempio, la campagna “Io ho un nuovo amico, un sacerdote caldeo iracheno”, che per ben cinque anni è stata portata avanti dall’ufficio diocesano pastorale migranti (Upm) volto a sostenere economicamente dieci giovani sacerdoti di Baghdad. Il progetto, gestito da don Fredo Olivero, direttore dell’Upm e dal sacerdote caldeo padre Douglas Dawood ha dato a questi sacerdoti non solo un sostegno economico ma anche morale a testimonianza di un impegno che va oltre l’emergenza.