"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

22 agosto 2008

Chiesa Caldea e Chiesa Assira dell’Est. Chi va e chi viene.

By Baghdadhope

Per un vescovo della chiesa Assira dell’Est che passa alla chiesa Caldea un sacerdote della chiesa Caldea cambia nome e viene accolto dalla chiesa Assira dell’Est.
Pochi mesi fa era stata la volta di
Mar Bawai Soro, sospeso nel novembre 2005 dal sinodo della chiesa Assira dell’Est, che chiese la piena comunione con la chiesa cattolica e l’unione con quella Caldea. Una richiesta caldamente appoggiata ed accolta da Mgr. Sarhad Y. Jammo, vescovo caldeo dell’eparchia degli Stati Uniti occidentali che aveva ripetutamente sottolineato la necessità dell’unione tra le due chiese, ma che è ancora da definire ufficialmente nel corso del sinodo della chiesa caldea che, secondo notizie ufficiose, si terrà all’inizio del prossimo anno.
Adesso, invece, è il turno di un sacerdote caldeo della chiesa di Nostra Signora Protettrice dei Raccolti di Campbellfield, un sobborgo di Melbourne, in Australia.
Sebbene non ci siano, ad ora, dichiarazioni ufficiali a proposito da parte dei vertici della chiesa Assira dell’Est, sono sempre più numerose le testimonianze di chi il 15 agosto ha assistito nella chiesa di Mart Mariam a Fairfield al giuramento di fedeltà nei confronti della chiesa assira e del suo patriarca, Mar Dinkha IV, di Padre Faiz Dawood Jarjis.
Secondo le notizie diffuse su diversi siti assiri
Padre Faiz, che ha ora assunto il nome di Hurmizd Dawood Gewargis, il 30 luglio scorso ha inviato una lettera con la richiesta di entrare a far parte della chiesa assira al vescovo australiano della stessa, Mar Meeelis Zaia, ed il 17 agosto vi è stato ufficialmente accolto e destinato a servire nella chiesa di Mar Gewargis a Melbourne.
Padre Faiz/Hurmizd è nato nel 1975 a Komane in Iraq ed ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso il Babel College. Nel 2001 è stato ordinato diacono dall’allora vescovo ed ora Patriarca della Chiesa Caldea Mar Emmanuel III Delly, e nel 2002 sacerdote dall’allora patriarca caldeo Mar Raphael Bedaweed che lo destinò a servire nella diocesi di Amadhiya retta da Monsignor Rabban Al Qas. Nel 2005 è diventato sacerdote della chiesa di Nostra Signora Protettrice dei Raccolti di Campbellfield.
In attesa di dichiarazioni ufficiali non si può fare a meno di notare un paio di coincidenze che farebbero pensare ad un periodo di crisi della chiesa caldea in Australia.
La terra meta di molti iracheni cristiani che vi si sono rifugiati per sfuggire all’embargo ed alle guerre che hanno caratterizzato la recente storia della madrepatria non aveva, fino al 2006, un vescovo caldeo, e la cura della comunità era affidata, dal 1978, al vicario patriarcale Monsignor Zouhair Toma. Nel 2006, per decisione di Papa Benedetto XVI, fu eretta l’eparchia caldea di Oceania, affidata a Monsignor
Jibrail Kassab, già vescovo di Bassora.
Nel luglio scorso, durante la Giornata mondiale della Gioventù, iniziarono a filtrare notizie di questa crisi. Secondo una notizia dell’Australian Associated Press subito ripresa dal quotidi
ano Herald Sun il 6 luglio la funzione officiata nella cattedrale di Saint Patrick a Melbourne dall’arcivescovo cattolico della città, Monsignor Denis Hart, fu disturbata da due diversi gruppi di protesta. Uno che chiedeva una maggior interessamento del Papa in procinto di arrivare in Australia ai problemi delle vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti. L’altro, formato da fedeli della chiesa caldea di Nostra Signora Protettrice dei Raccolti di Campbellfield, che chiedeva il ritorno di un loro sacerdote, Padre Khalid Marogi che, a detta del portavoce del gruppo, era stato allontanato dalla chiesa senza preavviso.
Fin qui i fatti
, confermati dall’Arcidiocesi di Melbourne che, per bocca del suo Vicario Generale,. Monsignor Les Tomlinson, ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale i rappresentanti della comunità caldea cittadina hanno discusso della protesta presso la sede dell’arcivercovado.
Ma cosa era successo? Cosa aveva spinti i fedeli caldei, in genere rispettosi dell’autorità ecclesiastica, a fare irruzione in una chiesa durante la messa?
In mancanza di dichiarazioni ufficiali a proposito ci si può rifare alle indiscrezioni che in quei giorni tennero banco sui siti assiri e che vennero anche riferite da alcune fonti caldee non ufficiali. Secondo quelle fonti tutto si dovrebbe far risalire alla richiesta fatta alle chiese caldee di Melbourne da parte di Monsignor Jibrail Kassab di trasferire i fondi su un conto di Sydney, richiesta che avrebbe trovato una forte opposizione tra i sacerdoti ed i fedeli di Melbourne, mensilmente impegnati a pagare le rate di un prestito erogato dal Catholic Fund per le proprietà delle chiese caldee della città che, come accade per le chiese di quel rito non site in Iraq o in Medio Oriente, sono controllate dalla Chiesa Cattolica.
Qualche settimana prima della clamorosa protesta, Monsignor Kassab avrebbe informato i sacerdoti di Melbourne di una sua prossima visita per discutere la faccenda, ed in effetti sarebbe arrivato in città accompagnato da alcuni fedeli di Sydney ed un avvocato, per trovare però la chiesa di Nostra Signora Protettrice dei Raccolti vuota e chiusa. Dopo ore di inutile attesa Monsignor Kassab si sarebbe rivolto all’Arcivescovo cattolico, Monsignor Denis Hart che avrebbe affermato non essere nel diritto dei sacerdoti tenere un simile comportamento. La giornata, veniva riferito, sarebbe terminata con l’arrivo della polizia e di un fabbro che, su richiesta del vescovo caldeo, avrebbe forzato le serrature e permesso l’entrata negli uffici della chiesa, e con un aspro confronto tra Monsignor Kassab ed i sacerdoti ed alcuni fedeli della chiesa intanto comparsi sulla scena.
Successivamente a quegli eventi Monsignor Hart avrebbe sospeso da ogni suo incarico Padre Khalid Marogi, uno dei sacerdoti della chiesa, decisione che avrebbe causato la protesta nella cattedrale di Saint Patrick terminata con la consegna di una lettera indirizzata all’Arcivescovo da parte dei fedeli caldei in cui si sarebbe richiesto il ritorno del sacerdote intanto trasferitosi a Sydney.
Questo è ciò che si dice sia successo. Se l’uso del condizionale è d’obbligo in casi che, come questo, non sono stati resi noti da fonti ufficiali, è però vero che secondo una fonte certa, l’Arcidiocesi di Melbourne, Monsignor Denis Hart ha ritirato la lettera – e si sottintende la decisione - datata 27 giugno 2008 ed ispirata da Monsignor Kassab concernente la presenza di Padre Khalid Marogi a Campbellfield sulla base del fatto che la questione deve essere risolta unicamente tra il sacerdote ed il vescovo che detiene l’autorità sul clero e sui fedeli della sua diocesi.
Può darsi che la visita di Monsignor Kassab a Melbourne non sia andata proprio come è stata raccontata, sia nella motivazione sia nello svolgimento – avvocati, arcivescovi, polizia, fabbri – ma è certo che il fatto che Monsignor Hart abbia disconosciuto la propria decisione riguardo a Padre Marogi conferma che essa fosse stata effettivamente presa, e che il sacerdote fosse stato sollevato da ogni incarico.
Parlare di periodo di crisi della chiesa caldea in Australia non appare quindi esagerato o troppo allarmistico: difficile potrebbe essere la rinascita di un rapporto di fiducia tra Monsignor Kassab e Padre Marogi, e Padre Jarjis è diventato sacerdote della chiesa Assira dell’Est.
Cosa succederà in futuro?