"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

6 marzo 2012

Le sofferenze degli iracheni cristiani: testimonianza a Lombriasco (TO)

By Baghdadhope*

Venerdì 9 marzo alle ore 21 nella parrocchia dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine a Lombriasco, un piccolo paese a 30 chilometri da Torino, Padre Basilio Yaldo, sacerdote caldeo di Baghdad racconterà le sofferenze degli iracheni di fede cristiana.
L'iniziativa voluta dal parroco di Lombriasco, Don Giovanni Serione, é stata realizzata in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre
Padre Basilio Yaldo, attualmente a Roma per preparare il suo dottorato in teologia dogmatica, pur se molto giovane (1970) è un sacerdote di grande esperienza avendo ricoperto negli anni diversi ruoli: vice rettore del seminario maggiore caldeo di Baghdad, professore di teologia dogmatica presso il Babel College, l'unica università teologica cristiana in Iraq, segretario dell'attuale patriarca della chiesa caldea, il Cardinale Mar Emmanuel III Delly e, prima del suo ritorno in Italia dove aveva già studiato teologia dal 1996 al 2001, vice parroco negli Stati Uniti dove era arrivato successivamente al rapimento di cui fu vittima il 18 settembre 2006 a Baghdad. 

Baghdadhope ha parlato con Padre Basilio  Yaldo dell'iniziativa di Lombriasco.
Padre, quanto è importante continuare a parlare delle sofferenze degli iracheni cristiani?
" Importantissimo perchè anche se se ne parla sempre meno queste sofferenze esistono ancora. Altre guerre hanno fatto dimenticare ciò che è successo in Iraq, ma questo non vuol dire che lì vada tutto bene. Gli iracheni tutti, e tra essi i cristiani, soffrono ancora. Ci sono violenze quotidiane che ormai sono ignorate da tutti e quindi parlarne è giusto."
Vuol dire che l'Occidente ha sostituito nel suo interesse  l'Iraq con altri paesi in guerra...
"Non solo l'Occidente, anche i nostri media, e per nostri intendo i media cristiani nati in Iraq dal 2003 che ormai tendono a parlare sempre meno delle sofferenze.."
Perché?
"Perché, è triste dirlo, ci siamo abituati. Se in Italia dico che a Baghdad ci sono ancora solo 4 ore di corrente elettrica al giorno la gente si stupisce. In Iraq è così normale che nessuno pensa più a lamentarsene anche se, è chiaro, non è perchè sia una situazione vivibile. In un paese dove d'estate si raggiungono facilmente i 45 gradi è difficile ad esempio per i sacerdoti organizzare le attività delle chiese senza condizionatori d'aria. Questo, ovviamente è solo uno dei problemi di cui gli iracheni cristiani soffrono. Potrei elencarne decine e di molto più gravi: violenze, rapimenti, minacce, mancanza di sicurezza persino nelle chiese, mancanza di lavoro, emigrazione e conseguente smembramento delle famiglie. Moltissimi cristiani hanno lasciato l'Iraq e non sempre per trovare una vita migliore: basti pensare a tutti quelli che hanno trovato rifugio in Siria e che ora si trovano di nuovo in un paese in guerra. C'è tanto da dire e sono  quindi grato alla parrocchia di Lombriasco ed ad Aiuto alla Chiesa che Soffre di darmi l'opportunità di parlare di chi non merita di essere dimenticato."      

L'importanza di ricordare la comunità irachena cristiana è stata sottolineata a Baghdadhope anche da Don Giovanni Serione, il parroco di Lombriasco:
"Sono sempre stato sensibile alle sorti dei cristiani in Medio Oriente, luogo di origine  della chiesa e di prima evangelizzazione. L'iniziativa di invitare un testimone delle sorti di quelle comunità ha lo scopo di diffondere la conoscenza su di esse. Ciò che preme è il salvaguardare la loro esistenza nei paesi di origine, che sia l'Iraq o la Terra Santa, perchè non siano costretti a fuggirne. E' un'iniziativa di sensibilizzazione perchè quelle comunità vengano conosciute e non dimenticate e la testimonianza di Padre Basilio Yaldo sarà certamente importante perchè non solo racconterà le sue esperienze quanto concelebrerà con me due messe, sabato alle 18.00 e domenica alle 10.30: un altro modo per avvicinare la sua realtà alla nostra."