Anche quest’anno Monsignor Philippe Najim, Procuratore della chiesa caldea presso la Santa Sede e Visitatore Apostolico per l’Europa ha compiuto un viaggio apostolico che ha toccato la Danimarca, l’Olanda ed il Belgio. Tutti paesi che, sebbene in misura minore di latri come la Svezia e la Germania, ospitano numerose famiglie caldee che hanno lasciato l’Iraq sia prima che dopo l’ultima guerra del 2003.
In un’intervista a Baghdadhope Mons. Najim ha descritto questa esperienza.
“Per prima cosa mi sono recato in Danimarca dove vivono circa 400 famiglie caldee concentrate a Copenhagen ed ad Arhus, la seconda città del paese, e dove tornerò a dicembre prossimo inaugurazione della prima chiesa interamente dedicata al rito caldeo in Danimarca. Mesi fa, infatti, è stato siglato un accordo a proposito con il vescovo cattolico di Copenhagen, Monsignor Czeslaw Kozon e da settembre inizieranno i lavori nella chiesa in vista dell’inaugurazione. La chiesa, che avrà anche una sala in grado di ospitare 70 persone e dove svolgere le attività pastorali servirà la comunità di Copenhagen. Quella di Arhus, a 300 Km dalla capitale, potrà continuare a frequentare la locale chiesa dei gesuiti. Dopo la Danimarca sono andato ad incontrare la comunità che vive in Olanda e che conta circa 750 famiglie in sei città e dove ho celebrato una messa a Born”
“Si, come ogni anno la comunità caldea in Europa si ritrova a Banneux dove celebra una Santa Messa nel Santuario della Madonna dei Poveri il 15 di agosto. Considerata la concomitante presenza in Europa di Monsignor Shleimun Warduni, Patriarca Vicario di Baghdad che proprio in quei giorni aveva celebrato l’ordinazione di tre subdiaconi per la chiesa caldea di Stoccarda, la messa è stata celebrata da lui mentre a me è stata affidata la predicazione. C’erano circa 3500 persone provenienti da molti paesi europei ed addirittura qualche famiglia proveniente dagli Stati Uniti.
A concelebrare c’erano diversi sacerdoti. Padre Sami Al Rais da Essen, Padre Cesar Sliwa da Stoccarda, Padre Ra’ad Washan da Vienna, Padre Faris Toma dalla Danimarca, Padre Suleyman Oz dal Belgio, un sacerdote che studia a Roma e due monaci caldei che vivono a Roma. Alla Santa Messa, durata due ore, è seguito un incontro con la comunità nei giardini del Santuario. Tutta la giornata, vissuta in un bel clima di comunione spirituale è stata importante. La presenza di Monsignor Warduni come rappresentante del Patriarcato ha testimoniato l’attenzione verso la diaspora in questi tempi difficili, ed è stata anche un’occasione per riunire le comunità europee ed i loro sacerdoti”
In vista anche dell’imminente ritiro spirituale che si svolgerà in Grecia?
“Si. All’inizio di settembre presso la chiesa dell’Esarcato Cattolico Bizantino di Atene dove la nostra comunità si riunisce, ci sarà un ritiro spirituale per i sacerdoti in Europa che io presiederò. Una volta terminato il ritiro, e grazie alla disponibilità di Monsignor Dimitrios Salachas, passeremo un paio di giorni di vacanza in una casa dell’episcopato sul mare. Sarà un modo per i sacerdoti di conoscersi meglio e di scambiare le proprie impressioni ed idee sul ruolo di pastori delle comunità in diaspora. “
Un bel modo di terminare il suo viaggio apostolico..
“Certamente. E’ stata una bella esperienza coronata dal successo del’ottenimento di un’altra chiesa per la comunità caldea in Europa, e dalla presenza di tanti sacerdoti e tanti fedeli che hanno così dimostrato il loro forte legame con la chiesa che non si spezza neanche lontani dalla madrepatria. Il legame che ci ha reso e ci rende forti.”
A concelebrare c’erano diversi sacerdoti. Padre Sami Al Rais da Essen, Padre Cesar Sliwa da Stoccarda, Padre Ra’ad Washan da Vienna, Padre Faris Toma dalla Danimarca, Padre Suleyman Oz dal Belgio, un sacerdote che studia a Roma e due monaci caldei che vivono a Roma. Alla Santa Messa, durata due ore, è seguito un incontro con la comunità nei giardini del Santuario. Tutta la giornata, vissuta in un bel clima di comunione spirituale è stata importante. La presenza di Monsignor Warduni come rappresentante del Patriarcato ha testimoniato l’attenzione verso la diaspora in questi tempi difficili, ed è stata anche un’occasione per riunire le comunità europee ed i loro sacerdoti”
In vista anche dell’imminente ritiro spirituale che si svolgerà in Grecia?
“Si. All’inizio di settembre presso la chiesa dell’Esarcato Cattolico Bizantino di Atene dove la nostra comunità si riunisce, ci sarà un ritiro spirituale per i sacerdoti in Europa che io presiederò. Una volta terminato il ritiro, e grazie alla disponibilità di Monsignor Dimitrios Salachas, passeremo un paio di giorni di vacanza in una casa dell’episcopato sul mare. Sarà un modo per i sacerdoti di conoscersi meglio e di scambiare le proprie impressioni ed idee sul ruolo di pastori delle comunità in diaspora. “
Un bel modo di terminare il suo viaggio apostolico..
“Certamente. E’ stata una bella esperienza coronata dal successo del’ottenimento di un’altra chiesa per la comunità caldea in Europa, e dalla presenza di tanti sacerdoti e tanti fedeli che hanno così dimostrato il loro forte legame con la chiesa che non si spezza neanche lontani dalla madrepatria. Il legame che ci ha reso e ci rende forti.”