"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 febbraio 2023

Quaresima. Patriarchi cattolici aprono il tempo del “Grande Digiuno” nel segno dei Padri della Chiesa


Le Chiese d’Oriente iniziano il tempo penitenziale di Quaresima mentre il terremoto, la povertà, i conflitti e le crisi politiche continuano a seminare dolore e angoscia nella regione. Patriarchi delle Chiese cattoliche orientali hanno aperto il tempo del “grande digiuno” con lunghe e intense lettere pastorali in cui hanno fatto tesoro anche degli scritti dei Padri e dei grandi teologi orientali per suggerire come vivere i quaranta giorni prima della passione, morte e risurrezione di Cristo Redentore. Così, anche grazie alla loro memoria grata verso il patrimonio spirituale delle loro Chiese, gli autori delle Lettere hanno potuto offrire non vuoti slogan e giochi di parole neoconformiste, ma contributi utili a vivere il tempo quaresimale come stagione propizia per attendere l’incontro pasquale con Gesù, trovando consolazioni anche in mezzo ai nuovi travagli che tormentano i popoli del Medio Oriente.
Tutti i Capi delle Chiese d’Oriente, nelle loro lettere, hanno riproposto digiuno, preghiera, penitenza e opere di carità come le pratiche che da sempre connotano il tempo quaresimale vissuto nella fede in Cristo.
Il Cardinale iracheno Louis Raphael Sako Patriarca della Chiesa caldea, ha ricordato che per San Giovanni Crisostomo (347-407) la preghiera “Rende possibile ciò che è impossibile e facile ciò che è difficile. È impossibile che una persona che prega commetta peccato”.
La preghiera – ha aggiunto il Patriarca - “non è una ricerca teologica, ma si concentra su chi stiamo aspettando”, ed “è un peccato che la pratica della penitenza sia attualmente in crisi, a causa dell'ignoranza e dello stato di incoscienza del peccato. Il pentimento e la confessione dei nostri peccati” ha aggiunto il Cardinale iracheno “ci aiutano a superare le nostre debolezze e purificarci”. Isacco di Ninive (VII secolo), citato dal Patriarca Sako, ricorda che con la penitenza “la grazia che abbiamo perso dopo il battesimo, con una vita pigra, viene rinnovata in noi dal pentimento attraverso il discernimento della mente. E chiunque è privato del pentimento, è privato dell'imminente beatitudine”. Il Patriarca caldeo ha anche invitato i battezzati a raccogliere le offerte frutto del digiuno in un fondo da destinare ai terremotati di Siria e Turchia.
Nella sua Lettera pastorale per la Quaresima, il Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III Younan ha riproposto digiuno, preghiera, penitenza e elemosina come pratiche di conformazione a Gesù stesso, il quale nel Vangelo insegna che “Dio non vuole i nostri sacrifici, ma misericordia”. Con quelle parole – ha rimarcato il Patriarca Younan - “Gesù ci ha rivelato chiaramente che non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori, e che i sani non hanno bisogno del medico, ma i malati”. Così “Il digiuno e l'elemosina, che la Chiesa propone insieme alla preghiera, specialmente durante il tempo della Grande Quaresima, costituiscono un'occasione opportuna per identificarci con lo sguardo di Cristo”.
Il Patriarca ha citato anche lui un grande Santo teologo d’Oriente, Sant’Efrem il Siro, il quale ricorda che “Chi digiuna dal pane e si guarda dal male , è come un'aquila veloce che il maligno non può cacciare. E chi digiuna con purezza, esalta i suoi pensieri verso l'Altissimo e disprezza le concupiscenze del mondo, poiché i suoi pensieri sono con Dio”. Così - ha aggiunto il Primate della Chiesa siro cattolica, citando il messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima del 2006 - “mentre il tentatore ci spinge alla disperazione o a riporre una vana speranza nell'opera delle nostre mani, lì Dio ci custodisce e ci sostiene”. E oggi, davanti alle sofferenze provocate dal terremoto, solo Lui può disperdere “le tenebre della paura”.
Per richiamare l’urgenza cristiana di soccorrere fratelli e sorelli travolti dal terremoto, anche il Cardinale e Patriarca maronita Béchara Boutros Raï ha citato nella sua Lettera per la Quaresima i Padri delle Chiese d’Oriente: “Non hai il diritto di usare il tuo denaro come persona che ne gode secondo il tuo desiderio, ma piuttosto come persona a cui è affidato”, ha scritto San Basilio Magno, mentre per San Gregorio di Nissa “Ciò che sgorga da te non è tuo, quindi non puoi farti padrone”. La regola del digiuno – ha commentato il Patriarca maronita – “è che ciò che si risparmia digiunando aiuta chi ne ha bisogno”.