By AgenSIR
Il digiuno come pratica di ricerca, come percorso di pentimento, di cambiamento di comportamento e di orientamento della vita verso Dio: ruota intorno a questo principio il Messaggio per la Quaresima 2023 del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, diffuso dal patriarcato caldeo.
“Il digiuno – si legge – è il tempo della speranza nella vita di un cristiano” soprattutto in un tempo come quello attuale nel quale si assiste al declino dei valori religiosi e morali anche “a causa dei rapidi cambiamenti, del predominio delle tecnologie tecnologiche e dell’ingresso di Internet nella vita, che ha portato al verificarsi di qualche crepa nella struttura sociale e alla corsa delle persone a guadagnare denaro e influenza per amore del piacere”.
Digiunare, pregare, meditare, pentirsi e confessare i propri peccati verso una conversione di vita sono le tappe della ricerca, proposta dal cardinale, per il quale “la nostra testimonianza deve influenzare coloro che ci circondano”.
Scrive Mar Sako: “La pratica del digiuno, l’astensione dal cibo, dal bere e dai rapporti coniugali per un periodo di tempo è un’opportunità per adattare e controllare gli istinti malvagi dell’uomo” come dire “il digiuno dal vizio. Digiunare significa prima di ogni altra cosa accogliere la parola di Dio con cuore aperto e in ascolto, e viverla nei dettagli della vita quotidiana”. Studiare la Parola di Dio diventa allora fondamentale perché da qui scaturisce “la perseveranza nella preghiera. Senza la preghiera, siamo inutili nell’essere cristiani e non possiamo entrare in una relazione affettiva con Dio. Il cammino del credente è segnato dalla preghiera”.
Altro passaggio importante è il pentimento. Il patriarca caldeo si rammarica che “la confessione dei peccati sia attualmente in crisi. Essa ci aiuta a superare le nostre debolezze, a purificarci” e di tornare dal Padre come fece il figliol prodigo.
Il digiuno è “il tempo della carità, è un’occasione per aiutare i bisognosi con ciò che abbiamo acquistato attraverso il nostro digiuno. Aiutare i poveri è un dovere sacro, soprattutto nella crisi economica mondiale e irachena che stiamo vivendo. Anche alla luce del terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, provocando migliaia di morti e feriti e distruggendo migliaia di edifici”.
Da qui la notizia dell’istituzione di un fondo speciale in ogni parrocchia per aiutare le popolazioni colpite. Mar Sako suggerisce altre pratiche di digiuno per sostenere il fondo di solidarietà: “Astenersi dal mangiare carne o pesce nella prima e nell’ultima settimana e donare quello che abbiamo risparmiato nel fondo digiuno. Astenersi dal fumare e dal bere alcolici durante il digiuno e dare i soldi per aiutare i poveri. Astenersi dal mangiare frutta tutti i giorni. Astenersi dal trucco, accontentarsi della bellezza naturale e dare soldi ai poveri”. Il messaggio del patriarca si chiude con un appello a “restare fedeli alla nostra identità caldea” quindi “studiare la storia dei Caldei” e a coloro che sono emigrati “a tornare in Iraq”.
Il digiuno come pratica di ricerca, come percorso di pentimento, di cambiamento di comportamento e di orientamento della vita verso Dio: ruota intorno a questo principio il Messaggio per la Quaresima 2023 del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, diffuso dal patriarcato caldeo.
“Il digiuno – si legge – è il tempo della speranza nella vita di un cristiano” soprattutto in un tempo come quello attuale nel quale si assiste al declino dei valori religiosi e morali anche “a causa dei rapidi cambiamenti, del predominio delle tecnologie tecnologiche e dell’ingresso di Internet nella vita, che ha portato al verificarsi di qualche crepa nella struttura sociale e alla corsa delle persone a guadagnare denaro e influenza per amore del piacere”.
Digiunare, pregare, meditare, pentirsi e confessare i propri peccati verso una conversione di vita sono le tappe della ricerca, proposta dal cardinale, per il quale “la nostra testimonianza deve influenzare coloro che ci circondano”.
Scrive Mar Sako: “La pratica del digiuno, l’astensione dal cibo, dal bere e dai rapporti coniugali per un periodo di tempo è un’opportunità per adattare e controllare gli istinti malvagi dell’uomo” come dire “il digiuno dal vizio. Digiunare significa prima di ogni altra cosa accogliere la parola di Dio con cuore aperto e in ascolto, e viverla nei dettagli della vita quotidiana”. Studiare la Parola di Dio diventa allora fondamentale perché da qui scaturisce “la perseveranza nella preghiera. Senza la preghiera, siamo inutili nell’essere cristiani e non possiamo entrare in una relazione affettiva con Dio. Il cammino del credente è segnato dalla preghiera”.
Altro passaggio importante è il pentimento. Il patriarca caldeo si rammarica che “la confessione dei peccati sia attualmente in crisi. Essa ci aiuta a superare le nostre debolezze, a purificarci” e di tornare dal Padre come fece il figliol prodigo.
Il digiuno è “il tempo della carità, è un’occasione per aiutare i bisognosi con ciò che abbiamo acquistato attraverso il nostro digiuno. Aiutare i poveri è un dovere sacro, soprattutto nella crisi economica mondiale e irachena che stiamo vivendo. Anche alla luce del terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, provocando migliaia di morti e feriti e distruggendo migliaia di edifici”.
Da qui la notizia dell’istituzione di un fondo speciale in ogni parrocchia per aiutare le popolazioni colpite. Mar Sako suggerisce altre pratiche di digiuno per sostenere il fondo di solidarietà: “Astenersi dal mangiare carne o pesce nella prima e nell’ultima settimana e donare quello che abbiamo risparmiato nel fondo digiuno. Astenersi dal fumare e dal bere alcolici durante il digiuno e dare i soldi per aiutare i poveri. Astenersi dal mangiare frutta tutti i giorni. Astenersi dal trucco, accontentarsi della bellezza naturale e dare soldi ai poveri”. Il messaggio del patriarca si chiude con un appello a “restare fedeli alla nostra identità caldea” quindi “studiare la storia dei Caldei” e a coloro che sono emigrati “a tornare in Iraq”.