"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

29 settembre 2025

Patriarca Sako: A Mosul rimangono meno di settanta famiglie cristiane

26 settembre 2025

A Mosul, un tempo città multietnica, dove vivevano almeno 50mila battezzati, adesso vivono meno di settanta famiglie cristiane. E in tutto il Paese i cristiani, che un tempo superavano il milione, adesso sono meno di 500mila. Sono alcuni dati esposti dal Cardinale iracheno Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea, durante l'intervento da lui pronunciato il 24 settembre a Vienna per esporre a diplomatici e politici austriaci l’attuale condizione dei cristiani in terra irachena.
Negli ultimi due decenni - ha ricordato il Patriarca - le comunità cristiane in Iraq hanno sopportato immense sofferenze, trovandosi in una condizione di vulnerabilità nonostante rappresentino "la popolazione originaria del territorio". La condizione dei cristiani è stata indebolita "a causa di conflitti basati su differenze settarie, della presenza di organizzazioni estremiste come Al Qaeda e ISIS, di milizie e bande criminali, della discriminazione sul lavoro, dell'oppressiva "Legge sullo Status Personale" e dell'islamizzazione dei minori".
Inoltre, "una milizia fondata nel 2014 afferma di rappresentare i cristiani, il che non è vero”. Tutti fattori che continuano a spingere i cristiani iracheni verso l’esodo forzato dalla loro Patria.
Tra le misure a breve termine da mettere in atto per frenare l’esodo, il Patriarca ha richiamato l’urgenza di “Garantire una reale protezione” per le comunità cristiane della Piana di Ninive “attraverso la collaborazione con la Polizia Federale piuttosto che con le milizie” e la necessità di “Ripristinare le proprietà saccheggiate e fornire un risarcimento finanziario per le perdite subite”, in modo da “creare un ambiente favorevole con incentivi per incoraggiare il ritorno degli emigranti cristiani, in particolare quelli residenti nei Paesi limitrofi”.
Guardando a un futuro più lontano, il Cardinale Sako ha ribadito che occorre favorire lo sviluppo d uno Stato in cui la legge garantisca le prerogative di ogni cittadino, a prescindere dall’appartenenza religiosa, superando la mentalità settaria e la cultura tribale. Uno Stato fondato sui principi di eguaglianza e cittadinanza, garantiti da una “Costituzione laica”.