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Photo Syriac Press |
“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
Baghdad, 19 luglio 2014
24 agosto 2025
Mar Mattai Monastery – A Timeless Sanctuary of Faith, History, and Resilience
Iraqi Christians face political challenges as election approaches
He emphasized the crucial role each individual can play in shaping the country’s future.
Sako, whose church represents the majority of Iraq’s Christians, has long advocated for restricting voting for Christian quota seats to Christians only. He has expressed growing concern within his community, noting that the threat of emigration is intensifying “due to armed factions seizing control of their towns, especially in the Nineveh Plain, along with blackmail, harassment, and the confiscation of quotas and government positions, all while effective measures to protect their rights and security remain absent.”
Accusations and demographic decline
22 agosto 2025
Iraq: card. Sako (patriarca caldeo) a ritiro annuale clero, “no alla schiavitù del potere e del denaro. No al fondamentalismo”
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Foto Patriarcato caldeo |
Al termine dei lavori il patriarca ha indirizzato a tutti i partecipanti un messaggio nel quale li invita a riflettere sul senso della “vocazione da vivere con dignità e verità dentro di noi e nel cercare di diffonderla intorno a noi”.
Ricordando le parole di uno dei predicatori del ritiro, Mar Sako ha ricordato che “quella caldea è una chiesa che lotta nonostante le sfide e le tentazioni” e ha citato “la crisi degli sfollati che ha visto la nostra chiesa al loro fianco per guarire le loro ferite e venire incontro ai bisogni spirituali e materiali”.
Da qui l’esortazione del patriarca a “conservare quest’anima umana, spirituale e pastorale. Non importa quali siano le difficoltà, sostenetevi a vicenda – ha detto il cardinale rivolgendosi ai sacerdoti e vescovi presenti -.
Il ritiro spirituale è un’opportunità di riconciliazione e rinnovamento. Siamo esseri umani che possono entrare in crisi o commettere errori, ma siamo in grado di uscirne cambiati”.
Nella lettera Mar Sako mette in guardia anche dai rischi che derivano dalla “schiavitù del potere e del denaro, dalla partigianeria, dal rincorrere interessi personali e materiali a spese della verità. Queste sono tutte trappole del diavolo che fanno perdere tutti coloro che vi cadono dentro”.
In questo ambito forte è il monito del patriarca caldeo ai partecipanti al ritiro a “rispettare e cooperare con la gerarchia ecclesiastica, a ricercare il dialogo, il rispetto, e la sincerità nel rapporto con il proprio vescovo con senso di responsabilità e in spirito sinodale”. “La società è cambiata, la mentalità del mondo è cambiata, la stessa cultura è cambiata – conclude Mar Sako -. Non lasciamoci trascinare dal fondamentalismo e dalle tradizioni non autentiche, ma facciamo risplendere la luce di Dio su tutto, e aiutiamo le persone in questo tempo turbolento a comprendere la loro fede in modo comprensibile e corretto”.
19 agosto 2025
The 7th shrine dedicated to Mary, mother of persecuted Christians, will open in Iraq
August 15, 2025
Its location is no coincidence.
Eleven years ago to the day of the sanctuary’s announcement, the city’s ancient Syriac Catholic community fled in the night, leaving homes, churches, and centuries of tradition behind.
ISIS had already issued an ultimatum to Christians in nearby Mosul: convert to Islam, pay the jizya tax, or face death.
Qaraqosh knew what was coming. For two years, ISIS turned Christian sanctuaries into firing ranges and military outposts.
The new shrine will stand within the recently built Church of St. Ephrem, its focal point an icon delivered this August by Father Benedict Kiely, founder of the Vermont-based charity Nasarean.org.
Painted by Syriac Catholic deacon Ibraheem Yaldo—himself displaced from his hometown of Bartella in 2014—the icon bears the Aramaic inscription “Mary, Mother of the Persecuted.”
For Archbishop Benedict Younan Hano, who heads the Syriac Catholic Archeparchy of Mosul from Qaraqosh, the timing is deliberate.
“It is a sign that faith endures,” he says, “even in the very place where our largest Christian city was taken and desecrated.”
Hano hopes the shrine will prod Western Christians to pray for their brethren in the Middle East, and to remember that Christianity’s roots run deep in these lands, as Pope Leo XIV reminded Eastern Christians earlier this year.
Hope in Iraq: Churches full as 1,500 children celebrate first Communion
August 9, 2025
Most significantly, 11 children took their first Communion at the Syriac Catholic Church of Our Lady of Deliverance — the same church that witnessed a horrific massacre in 2010, when dozens of worshippers and two priests were killed and hundreds wounded.
Guarding the deposit of faith In Qaraqosh (Baghdeda), churches belonging to the Syriac Catholic Archdiocese of Mosul and its dependencies celebrated first Communion for 461 children across three separate ceremonies. Another 30 children received the sacrament in nearby Bashiqa and Bartella, with liturgies led by Archbishop Benedictos Younan Hanno. During his homilies, Hanno praised the faithful’s determination to stay on their ancestral land and their courage in returning after forced displacement. He commended their commitment to preserving their faith and passing it to their children, who have grown up in stable, united, devoted families.
Some celebrate, others wait
In Basra, Christian families have dwindled to fewer than 350 across all denominations — Chaldean, Armenian, Syriac, Presbyterian, and Latin — yet they remain on their land despite harsh living and environmental conditions. This year, the Chaldean and Syriac Catholic dioceses postponed first Communion celebrations, waiting to gather enough children for next year’s celebration. In Karemlesh, part of the Chaldean Archdiocese of Mosul, 26 children are preparing to receive the Eucharist. Meanwhile, the Chaldean Diocese of Kirkuk and Sulaymaniyah celebrated first Communion for 26 children at Kirkuk’s Cathedral of the Sacred Heart. The Church in Sulaymaniyah, like Basra, is looking ahead to next year.
Iraq Ankawa’s churches within the Chaldean Diocese of Erbil experienced two extraordinary days.
Archbishop Bashar Matti Warda presided over three Masses where 210 children received first Communion. In his homilies, he emphasized that the sacrament goes far beyond beautiful photos and white gowns: It represents a lifelong commitment that transforms communicants’ homes into places where Jesus’ presence lives through forgiveness, active listening, and generosity. Children process into the St. Mary al-Tahir Church, also known as the Church of the Immaculate Conception, in Baghdad, for their first Communion.
Also, in Ankawa, 66 children from the Syriac Catholic Diocese of Adiabene received the Eucharist, along with 15 others in Duhok. In the Chaldean Diocese of Duhok, 75 children celebrated first Communion, while 150 did so in neighboring Zakho Diocese. A similar number in Alqosh Diocese, bereaved of its spiritual shepherd, will receive the sacrament in coming days. The Syriac Orthodox Church also celebrated first Communion for about 70 children in Bartella and 40 in Ankawa, including children from other denominations.
Ninive, card. Sako: a 11 anni dai massacri Isis ‘ansia e ossessione’ di migrare
8 agosto 2025
È quanto scrive il primate di Baghdad dei caldei, il card. Louis Raphael Sako, in un messaggio pubblicato sul sito del patriarcato e inviato ad AsiaNews in occasione dell’undicesimo anniversario della cacciata dei cristiani dalla Piana di Ninive. Un dramma ancora vivo nella memoria, mentre restano attuali le persecuzioni per mano di “milizie” che “praticano estorsioni, vessazioni, intimidazioni e sequestro di quote parlamentari”. Un richiamo ai gruppi, legati a sedicenti leader cristiani, contro i quali si è più volte battuto lo stesso porporato. Nella messa celebrata il 6 agosto nella cattedrale di san Giuseppe a Baghdad il porporato ha ricordato il significato della Trasfigurazione al monte Tabor, chiedendo ai fedeli di pregare per la pace.
Does the Eleventh Anniversary of the Christians’ Exodus Promise Peaceful Change
Patriarch Louis Raphael Sako
6 agosto 2025
I ragazzi iracheni: torniamo da Roma carichi di speranza per il nostro Paese
Il pellegrinaggio a Roma si è rivelato un tempo di grazia capace di generare frutti concreti: «Questo darà loro la possibilità di testimoniare la freschezza dell’amore di Dio ai loro coetanei e nelle loro chiese molto sofferenti. Il ritorno di questi pellegrini sarà una grande iniezione di speranza per tutti – aggiunge don Daniele – e soprattutto porteranno in loro semi di nuove vocazioni e di nuove famiglie cristiane costruite sulla roccia, che è Cristo».
Questo cambiamento è il culmine di un cammino iniziato un anno fa, con un percorso di preparazione al Giubileo che ha coinvolto tutti i giovani delle comunità irachene. Ogni mese, in due diverse zone del Paese, si sono tenuti incontri per meditare sui messaggi del Papa ai giovani e fare un’attenta lettura e meditazione sui brani della Scrittura. Una settimana prima della partenza, l’intero gruppo si è riunito per un incontro spirituale, per entrare insieme nello spirito del pellegrinaggio.
Iraq: 11 anni fa l’invasione dell’Isis della Piana di Ninive. Card. Sako (patriarca caldeo), “continuano le discriminazioni contro i cristiani”
Undici anni dopo il tragico attacco ai cristiani da parte dello Stato Islamico (Isis), “l’ansia dei cristiani e l’ossessione per la migrazione continuano a crescere, in assenza di misure efficaci per proteggere i loro diritti, la loro sicurezza e i loro servizi”.
La denuncia è del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, che, in un messaggio diffuso dal Patriarcato caldeo, ricorda la data del 6 agosto del 2014 quando i miliziani dello Stato Islamico dilagarono nella Piana di Ninive, costringendo i 120mila cristiani che l’abitavano a fuggire verso il Kurdistan iracheno.
Da lì in poi si susseguirono saccheggi e incendi delle proprietà cristiane, di case e chiese.
A distanza di anni, nonostante estorsioni, molestie, intimidazioni e discriminazioni a livello politico e di lavoro, che subiscono da parte di milizie attive nella Piana di Ninive, rimarca il cardinale, “i cristiani restano saldi nella loro fede.
La lettera rossa ‘N’ (ن), Nazareni, sulle porte delle loro case resta impressa nella loro memoria, ispirandoli a rifiutare l’ingiustizia e a testimoniare Cristo con fedeltà”. Mar Sako lancia un appello al Governo iracheno “affinché si assuma la responsabilità di proteggere la popolazione cristiana autoctona e di tutelarne i diritti. Questa causa è una necessità umanitaria e un imperativo nazionale, per cui la salvaguardia delle libertà e dei diritti dei cristiani e delle altre minoranze non deve essere determinata solo da considerazioni demografiche, ma da misure giuste ed eque”.
Il patriarca caldeo ribadisce che i cristiani “sono abitanti originari di queste terre, incarnano una ricca cultura e un ricco patrimonio; rimangono fedeli alla loro patria; hanno svolto un ruolo essenziale nella vita della Nazione irachena nei campi dell’istruzione, della cultura, della medicina e dei servizi sociali; e possono ancora contribuire alla rinascita e al progresso dell’Iraq”. “La comunità cristiana – conclude – merita sicurezza e giustizia per garantire la sua continua presenza sulla propria terra e una pacifica convivenza nella tolleranza, nel rispetto e nell’armonia”.
Does the Eleventh Anniversary of the Christians’ Exodus Promise Peaceful Change
This cause is a humanitarian necessity and a national imperative, for which preserving the freedoms and rights of Christians and other minorities must be determined not by demographic considerations only, but by just and equitable measures; for they are original inhabitants of these lands, who embody a rich culture and heritage; who remain loyal to their homeland; who have played an essential role in the life of Iraqi nation in the fields of education, culture, medicine and social services; and who can still contribute to Iraq’s renaissance and progress.
16 luglio 2025
Patriarca caldeo: ‘Siano salvati gli storici cimiteri cristiani di Najaf’
L’impegno della Chiesa per il futuro dell’Iraq
«Tuttavia, c’è un alto livello di discriminazione». Padre Karam fa riferimento ai «molti problemi interni, legati soprattutto alle minoranze e ai diritti dei cristiani. Ad esempio, le nostre possibilità sono limitate, specie quando si parla di lavoro. Le discriminazioni in questo senso sono moltissime e dipendono dal partito, dalla religione o dall’etnia cui si appartiene».
«Abbiamo perso tantissimi fedeli – ci racconta – alcuni furono minacciati, altri lasciarono il Paese. Oltre il 60 per cento della popolazione di ogni villaggio cristiano ha trovato rifugio all’estero e ancora adesso rimane lì. La grande presenza cristiana in quest’area oggi è stata fortemente ridotta. Noi abbiamo perso tutto. Eppure, supportati da realtà come Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), abbiamo deciso di restare. E non abbiamo perso la cosa più importante: la nostra fede. E grazie a Dio siamo rimasti uniti per difenderla».
«È vero – riprende Shahmasha – il cristianesimo in Iraq non è solo una religione tra le altre. Anzitutto, in origine questo Paese è stato una roccaforte del cristianesimo. Qui passarono gli apostoli Tommaso e Taddeo, si sviluppò fin dai primi secoli la Chiesa d’Oriente, fiorirono comunità cristiane tra le più antiche del mondo e nacquero santi e vescovi. Oggi gli altri ci dicono: “Voi siete diversi”, perché vedono in noi fiducia, pace, valori. Dove ci sono i cristiani, c’è la pace. Un Iraq senza cristiani è un Iraq che ha perso le sue fondamenta. La storia lo dimostra: abbiamo tradotto la filosofia, la teologia, la scienza dal greco al siriaco, poi in arabo, portandola dunque di nuovo in Europa. Siamo stati un ponte per la cultura e per la fede. La nostra presenza è essenziale, non è solo di colore, ma di profondità».
In questo senso, il sacerdote iracheno ricorda ai media vaticani come «tra le altre cose, lottiamo per i diritti umani. Anni fa, quando si parlava di autorizzare il matrimonio con bambine di solo otto anni all’interno della costituzione irachena, i cristiani furono i primi a opporsi. Anche se non siamo tanti nel parlamento, la Chiesa fa sentire la sua voce, difende i valori umani per tutti».
27 giugno 2025
Iraqi ISIS suspect tied to Damascus church bombing
Guerra “dei 12 giorni”, Patriarca caldeo Sako: le strategie per “imporre nuovi regimi” possono peggiorare la situazione
‘Each new conflict’ in region ‘reopens old wounds,’ says Chaldean Catholic archbishop in Iraq
19 giugno 2025
Lutto nella chiesa caldea. Si è spento il vescovo di Alqosh, Monsignor Thabet Mekko
S.E. Mons. Thabet Habib Yousif Al Mekko è nato il 14 febbraio 1976 a Karemlesh (Iraq).
Ha conseguito la laurea in Scienze geologiche presso l’Università di Mosul e ha quindi iniziato il percorso seminaristico a Roma dove ha ottenuto il Baccalaureato presso la Pontificia Università Urbaniana e la Licenza in Patrologia presso l’Istituto Patristico Augustinianum.
Rientrato in Iraq, è stato ordinato sacerdote il 25 luglio 2008 a Karamlesh.
Ha svolto il servizio pastorale a Karemlesh fino all’invasione della Piana di Ninive nell’agosto 2014 e ha poi accompagnato i fedeli rifugiati ad Erbil. Rientrato a Karemlesh nel settembre 2017, è stato Parroco seguendo da vicino i progetti di ricostruzione e continuando l’attività di insegnamento di Patrologia e Teologia presso il Babel College.
Finora è stato Protosincello dell’Arcieparchia di Mosul dei Caldei.
1 giugno 2025
President Aoun meets with Patriarch Sako during his visit to Chaldean Patriarchate in Iraq
30 maggio 2025
Chaldean Patriarch Sako presides over Divine Liturgy at Notre-Dame Cathedral on World Day for Eastern Christians
Les chrétiens européens ont perdu le dynamisme de la mission chrétienne, du témoignage, de la Foi (cardinal Sako)
Quelle est la particularité de l’Église chaldéenne, et quelle est sa situation aujourd’hui ?
Vous avez participé à l’élection du pape Léon XIV, qu’espérez-vous de ce nouveau pontificat ?
Qu’attendez-vous des chrétiens français et européens, et de tous ceux qui se recueilleront dans cette chapelle dédiée aux chrétiens d’Orient ?
Les chrétiens d’Orient parviennent donc à garder l’espérance ?
Le Patriarche Sako rencontre les Chaldéens de France: Notre unité fait notre force
Iraqi Christians: An Ancient People Driven into Exile
Over ten years later, barely twenty Christian families have returned to this city now burdened with painful memories. The Iraqi government has shown little investment in reconstruction, and only thanks to NGOs have some churches been renovated and now ring their bells again. Additionally, Christian-owned lands, shops, and workshops have been taken over by new owners, complicating the return of displaced persons, for whom no public policy exists. This uprooting is only the first step toward exodus.
Dilan Adamat, from the NGO The Return, sadly notes that fear is pushing Christians to leave their ancestral lands: “Here, you always have to fight, and people are tired. There is deep exhaustion from all these security, legal, and social pressures”[7].
The Hammurabi Organization denounces this and proposes countermeasures: “We are witnessing a real demographic shift—they are distributing land to Shiites in Christian areas. We demand the creation of protected districts where land would be reserved for Christians!” Harassed and intimidated, Christians are often pressured into selling their land to the highest bidder. In Bartella, just twenty kilometers from Mosul, Christians now make up only a quarter of the population, whereas they were the majority in 2014. This plays into Iran’s project of establishing a Shiite crescent, in which Christians are merely obstacles to be moved aside.
[1] Iraq – Country Profile 2024, Open Doors France, https://www.portesouvertes.fr/persecution-des-chretiens/profils-pays/irak
[2] Shlama Foundation. “Population of Assyrians in Irak.” Shlama.org, 2025. https://www.shlama.org/population
[5] Interview of the ECLJ with the Hammurabi Human Rights Organization, May 20, 2025.
[6] Interview with Roland (name has been changed), May 13, 2025.
[7] Interview of the ECLJ with Dilan Adamat from the NGO The Return, May 12, 2025.
[8] Mohammad Salami, EISMEA, “Analysis of the Impact of Militias in Iraq: Strategies to Mitigate Their Influence,” February 21, 2024, https://eismena.com/article/analyse-de-limpact-des-milices-en-irak-strategies-pour-attenuer-leur-influence-2024-02-21