"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

18 novembre 2025

Iraq: Baghdad, aperto il Sinodo caldeo. Card. Sako (patriarca), “rispettare le decisioni e trovare mezzi efficaci per attuarle nelle diocesi quale segno di unità episcopale”



Si è aperto ieri a Baghdad il Sinodo della Chiesa caldea presieduto dal patriarca, card. Louis Raphael Sako. Aprendo i lavori il patriarca ha ribadito il suo appello ai padri sinodali di “rispettare le decisioni del Sinodo e trovare mezzi efficaci per attuarle nelle diocesi quale segno di unità episcopale”. “La Chiesa è una e missionaria – ha ricordato – e questo carisma presente negli apostoli fin dall’inizio dovrebbe essere saldamente radicato in noi, affinché le persone possano conoscere Cristo”.
Un messaggio che per Mar Sako dovrebbe riflettersi anche verso la maggioranza musulmana. “Il valore è il significato della nostra vera autorità risiedono nel nostro servizio alla fede, all’amore seguendo l’esempio di Gesù Cristo, servitore di tutti”.
Il patriarca si è soffermato anche sulla crisi delle vocazioni, sostenendo che questa non è dovuta tanto “all’assenza di giovani disposti a donarsi”, quanto “all’atmosfera tossica che li domina attraverso i social media. Spesso soffrono di instabilità psicologica, ma anche le critiche tra il clero non li incoraggiano”.
Da qui un richiamo ai vescovi per favorire l maturazione dei giovani.
Altro tema toccato dal card. Sako nella sua prolusione è stato il rapporto con le altre Chiese. “Ho lavorato molto per riunire le chiese, e ho convocato più di una volta riunioni e incontri ma gli appelli all’unità non hanno avuto seguito a causa – ha spiegato – della lealtà di alcune chiese ai partiti politici e della paura di altre di vedersi ridurre il loro peso qualora si fossero unite a noi nel coordinamento delle nostre azioni pastorali”.
Mar Sako ha poi definito “buono” il rapporto con le autorità musulmane: “Siamo attivi per promuovere la speranza e la nostra testimonianza è chiara e priva di paura. Il nostro dialogo è il dialogo della vita”.
Ricordando il documento conciliare della Nostra Aetate, Mar Sako ha voluto rimarcare “i grandi progressi nell’organizzare molti incontri su temi di interesse comune riuscendo ad allontanare il discorso d’odio”. Anche alla luce delle recentissime elezioni del Parlamento iracheno, il patriarca caldeo ha allontanato le accuse che vorrebbero il Patriarcato interferire nella politica.
“L’obiettivo della Chiesa – ha spiegato – è illuminare la coscienza sulle questioni che riguardano la vita delle persone nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali. Denuncia l’ingiustizia e chiede l’applicazione della legge, il concetto di cittadinanza e il raggiungimento della pace e della sicurezza. È quello che abbiamo fatto e quello che stiamo facendo. Questa è una priorità vitale per ogni Chiesa, come sta facendo il Papa a livello globale.
La nostra Chiesa –
ha detto con forza il cardinale – non è stata coinvolta nei partiti politici, non ha sostenuto alcun partito politico in particolare, ma ha sostenuto e continua a sostenere la causa dell’istituzione di un sistema civile uguale a tutti i cittadini. Tutti devono capire che stiamo lottando per sopravvivere in Medio Oriente”.
Il Sinodo caldeo ha voluto inviare una lettera a Papa Leone XIV per ribadirgli “affetto filiale e obbedienza”.