By Radio Maria
Davide Imeneo - Avvenire
Per 110 giovani iracheni, il Giubileo dei giovani è stato un nuovo inizio, un’opportunità per rinvigorire il cammino di fede. Provenienti da diverse città dell’Iraq – Bagdad, Karakosh, Erbil, Duhok e Zakho – e appartenenti alle comunità neocatecumenali di rito caldeo e siro-cattolico, questi ragazzi hanno ripreso la via di casa con una certezza nuova: «Torneranno in Iraq rafforzati nella fede – spiega don Daniele Casturà, missionario italiano e responsabile dell’équipe itinerante del Cammino neocatecumenale – dopo un’esperienza che loro stessi hanno definito fortissima e unica».
Il pellegrinaggio a Roma si è rivelato un tempo di grazia capace di generare frutti concreti: «Questo darà loro la possibilità di testimoniare la freschezza dell’amore di Dio ai loro coetanei e nelle loro chiese molto sofferenti. Il ritorno di questi pellegrini sarà una grande iniezione di speranza per tutti – aggiunge don Daniele – e soprattutto porteranno in loro semi di nuove vocazioni e di nuove famiglie cristiane costruite sulla roccia, che è Cristo».
Questo cambiamento è il culmine di un cammino iniziato un anno fa, con un percorso di preparazione al Giubileo che ha coinvolto tutti i giovani delle comunità irachene. Ogni mese, in due diverse zone del Paese, si sono tenuti incontri per meditare sui messaggi del Papa ai giovani e fare un’attenta lettura e meditazione sui brani della Scrittura. Una settimana prima della partenza, l’intero gruppo si è riunito per un incontro spirituale, per entrare insieme nello spirito del pellegrinaggio.
Il pellegrinaggio a Roma si è rivelato un tempo di grazia capace di generare frutti concreti: «Questo darà loro la possibilità di testimoniare la freschezza dell’amore di Dio ai loro coetanei e nelle loro chiese molto sofferenti. Il ritorno di questi pellegrini sarà una grande iniezione di speranza per tutti – aggiunge don Daniele – e soprattutto porteranno in loro semi di nuove vocazioni e di nuove famiglie cristiane costruite sulla roccia, che è Cristo».
Questo cambiamento è il culmine di un cammino iniziato un anno fa, con un percorso di preparazione al Giubileo che ha coinvolto tutti i giovani delle comunità irachene. Ogni mese, in due diverse zone del Paese, si sono tenuti incontri per meditare sui messaggi del Papa ai giovani e fare un’attenta lettura e meditazione sui brani della Scrittura. Una settimana prima della partenza, l’intero gruppo si è riunito per un incontro spirituale, per entrare insieme nello spirito del pellegrinaggio.
Il viaggio ha incluso tappe nei luoghi di alcuni grandi santi: Francesco e Chiara d’Assisi, Carlo Acutis, padre Pio, Michele Arcangelo, e soprattutto san Tommaso, a Ortona, «primo evangelizzatore delle terre irachene». I giovani hanno anche incontrato seminaristi del Redemptoris Mater di Macerata e le monache benedettine di Barletta, ascoltando testimonianze vocazionali che li hanno aiutati a riflettere sulla propria chiamata.
Durante il Giubileo, i momenti più significativi sono stati la Veglia e l’Eucaristia con il Papa, e l’incontro di ieri con l’équipe internazionale responsabile del Cammino Neocatecumenale. In quell’occasione, «dopo aver ascoltato l’annuncio del Kerygma fatto dall’iniziatore del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello, racconta don Daniele, sei giovani del nostro gruppo hanno espresso la volontà di seguire il Signore nel sacerdozio ministeriale e nove ragazze nella missione e nella vita contemplativa. Siamo rimasti veramente sorpresi e meravigliati di questi grandi doni». Un Giubileo, dunque, che non si conclude a Roma, ma continua nelle parrocchie e nelle comunità del Medio Oriente: giovani che tornano come segni viventi di una speranza nuova, pronti a edificare il futuro sulle fondamenta di una fede più matura, più consapevole e più gioiosa.