"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

27 novembre 2014

Voci di speranza dall'Iraq

By News.va da Osservatore Romano 
26 novembre 2014

 «Libertà di far ritorno in sicurezza alle proprie case; garanzia di tutti diritti civili e non trattamento da cittadini di serie b; preghiera e sostegno del Papa e della Chiesa universale». Ecco «le tre priorità dei cristiani iracheni» esposte stamani al Papa dall’arcivescovo caldeo di Mossul, Amel Shamon Nona. Accanto a lui, in piazza San Pietro per l'udienza generale, c’è il suo «amico Nikodemos, arcivescovo siro ortodosso di Mossul». E «insieme — spiega monsignor Nona — vogliamo testimoniare l’unità e la speranza dei cristiani in Iraq: lavoriamo fianco a fianco senza fare distinzioni tra cattolici e ortodossi».
I due pastori hanno presentato a Francesco «la drammatica realtà del rifugiati cristiani, la nostra gente è stata costretta ad abbandonare tutto, case, terre e proprietà per provare a sopravvivere». Ma «anche le nostre chiese sono svuotate e per pregare insieme ci si trova, di volta in volta, dove è possibile».
In questa situazione così difficile, i cristiani iracheni stanno guardando con tanta speranza al Papa e «si aspettano — dice ancora monsignor Nona — la sua benedizione e il suo incoraggiamento per non sentirsi soli, abbandonati». E pure per trovare una via d’uscita che, rimarcano i due presuli, «deve prevedere soluzioni che tengano conto delle ingiustizie patite e garantiscano un nuovo quadro di riferimento sociale e politico per tutto l’Iraq». A dar voce alle complesse questioni di quella regione, era presente all’udienza anche Marzouq Ali Mohammed Al-Thunayan Ghanim, speaker dell’assemblea nazionale del Kuwait.