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27 novembre 2014

Voci di speranza dall'Iraq

By News.va da Osservatore Romano 
26 novembre 2014

 «Libertà di far ritorno in sicurezza alle proprie case; garanzia di tutti diritti civili e non trattamento da cittadini di serie b; preghiera e sostegno del Papa e della Chiesa universale». Ecco «le tre priorità dei cristiani iracheni» esposte stamani al Papa dall’arcivescovo caldeo di Mossul, Amel Shamon Nona. Accanto a lui, in piazza San Pietro per l'udienza generale, c’è il suo «amico Nikodemos, arcivescovo siro ortodosso di Mossul». E «insieme — spiega monsignor Nona — vogliamo testimoniare l’unità e la speranza dei cristiani in Iraq: lavoriamo fianco a fianco senza fare distinzioni tra cattolici e ortodossi».
I due pastori hanno presentato a Francesco «la drammatica realtà del rifugiati cristiani, la nostra gente è stata costretta ad abbandonare tutto, case, terre e proprietà per provare a sopravvivere». Ma «anche le nostre chiese sono svuotate e per pregare insieme ci si trova, di volta in volta, dove è possibile».
In questa situazione così difficile, i cristiani iracheni stanno guardando con tanta speranza al Papa e «si aspettano — dice ancora monsignor Nona — la sua benedizione e il suo incoraggiamento per non sentirsi soli, abbandonati». E pure per trovare una via d’uscita che, rimarcano i due presuli, «deve prevedere soluzioni che tengano conto delle ingiustizie patite e garantiscano un nuovo quadro di riferimento sociale e politico per tutto l’Iraq». A dar voce alle complesse questioni di quella regione, era presente all’udienza anche Marzouq Ali Mohammed Al-Thunayan Ghanim, speaker dell’assemblea nazionale del Kuwait.