Recentemente, durante un incontro interreligioso in Siria (era tutto in arabo e quindi non potevo annoiarmi) ho ricevuto un gentile rimprovero da un vescovo maronita che mi ha spiegato come le relazioni musulmano-cristiane fossero buone in Siria ma che, come ovunque in Medio Oriente, fossero influenzate da ciò che succedeva in Occidente.
Ogni volta che l'Europa aveva irritato il mondo islamico, una cosa non difficile, i cristiani del Medio Oriente le avevano prese. Il vescovo mi ha rimproverato per i commenti di Papa Benedetto a Ratisbona e per la faccenda delle vignette danesi, episodi che avevano creato tensioni (non è entrato nei dettagli) e mi ha dato un colpetto sul braccio.
Ad essere onesti la cosa mi ha un pò seccato dato che (a) non sono il Papa, (b) non sono un vignettista danese e (c) per quanto mi riguarda noi Europei possiamo dire cosa accidenti vogliamo delle religioni, la nostra compresa, senza essere minacciati. Ciò che il vescovo voleva dire è che i cristiani nei paesi islamici sono praticamente degli ostaggi, e che ogni volta che noi ci mostriamo irrispettosi loro ne pagano il prezzo.
Attualmente i siriani cristiani stanno abbastanza bene, almeno fino a quando la famiglia Assad manterrà il controllo, ma la situazione in Iraq ed Egitto è triste. Questo fine settimana sono scoppiate delle bombe fuori da 6 chiese in Iraq secondo quanto riportato dall'Assyrian International News Agency, il che porta il numero degli attacchi alle chiese in quel paese dal momento della "liberazione" a più di 60. Come ho già detto gli iracheni cristiani sono segnati se gli USA si ritireranno, e forse lo saranno ugualmente nel lungo periodo.
In Egitto la minoranza copta continua a soffrire - un'altra chiesa bruciata nel weekend - sebbene se lavori per una testata cristiana queste storie di violenza anti cristiana in Egitto dopo un pò diventano noiose.
A lungo termine i cristani non hanno futuro in Medio Oriente. Se non saranno gli estremisti saranno l'incapacità economica ed il miraggio dell'Occidente a spingerli fuori. Eppure, come scrive Cranmer, la Gran Bretagna sembra stia facendo il possibile per mantenere viva la fede nella sua culla rifiutando di punto in bianco di accettare i rifugiati cristiani provenienti dal mondo islamico.
Hany Ayoub Mansour, sua moglie Samah ed i loro figli Nardin 10 anni, Karin sette, i gemelli di tre Bishoy ed Anastasia, e la piccola Angela di un anno sono stati catturati da uomini armati del servizio immigrazione nel corso di un'incursione nella loro casa all'alba.
Una famiglia cristiana quindi a breve si ritroverà su un volo per l'Egitto per andare incontro ad un futuro incerto. Non sa se sarà ancora perseguitata dagli estremisti ,ma questo non interessa al governo di Sua Maestà.
Eppure è strano che quando un terrorista musulmano rischia la deportazione la preoccupazione che il criminale possa rischiare di essere maltrattato nel suo paese natale sia sufficiente a fermare il processo di espulsione.
Diritti umani. Alcuni gruppi sembrano averne di più. Cranmer augura sinceramente ogni bene alla famiglia Mansour e prega che non sia soggetta di nuovo alle persecuzioni che l'hanno portato nel Regno Unito. Ma la situazione per i copti è sempre più problematica, in effetti essi sono soggetti a "pulizia" sistematica.
Tutto ciò può apparire strano dopo i miei post di critica all'immigrazione, ma penso che sia probabilmente nel nostro interesse far entrare i cristiani mediorientali, una minoranza costituita in grandissima parte da appartenenti alla classe media professionale, la cui religione assicurerebbe lealtà verso il nostro paese. Chi si occupa della politica dell'immigrazione però non la pensa così.
Come recita un detto arabo: "Meglio essere nemico che amico degli inglesi. Se sei loro nemico cercheranno di comprarti, se sei loro amico ti venderanno certamente."