È impressionante la risposta dei cattolici reggiani all’appello del vescovo Massimo Camisasca per soccorrere i cristiani dell'Iraq. In meno di un mese sono stati raccolti più di 160mila euro, cifra superiore alle previsioni. «È con profonda commozione – scrive il vescovo – che ho assistito e partecipato alla corale raccolta di fondi per i nostri fratelli perseguitati ed esuli dalle loro case in Iraq. Non solo la somma raccolta ha superato ogni mia aspettativa, ma ha anche visto la partecipazione di tantissimi fedeli, sacerdoti, parrocchie, comunità e movimenti».
L’iniziativa era partita dalla Conferenza episcopale italiana che aveva lanciato in tutta Italia una giornata di preghiera per l’Iraq, il 15 agosto, giorno di Ferragosto, in concomitanza con la solennità religiosa dell’Assunta. Camisasca ha colto l’occasione per lanciare nello stesso giorno una colletta straordinaria nell’intera diocesi, rispondendo all’appello di Luis Sako, patriarca dei cattolici irakeni di rito caldeo. Parroci, diaconi e laici hanno trasmesso l’invito nelle domeniche successive, incontrando disponibilità da parrocchie, movimenti e singoli fedeli. Le somme raccolte sono confluite nella processione offertoriale della messa celebrata l’8 settembre nella basilica della Ghiara, a conclusione della Giarèda, che coincide con l’inizio dell’anno pastorale. In totale, 161.626,65 euro.
«Il patriarca dei Caldei monsignor Luis Sako – riferisce il portavoce della Diocesi, Edoardo Tincani – ha già ricevuto la somma ed ha a sua volta ringraziato la Diocesi per il gesto di grande generosità». Le tragiche notizie provenienti dall’area mediorientale occupata dagli islamisti dell’Isis hanno contribuito ad aumentare la sensibilità dei cattolici. Tuttavia la Chiesa reggiana ha sempre avuto un occhio di riguardo per le popolazioni martoriate dalla guerra. In Iraq non si trovano missioni della nostra diocesi, ma i sacerdoti caldei sono da tempo in contatto con i confratelli reggiani, in particolare con Giuseppe Dossetti, parroco di San Pellegrino. Padre Saad Sirop Hanna, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, è venuto più volte nella nostra città. I fondi raccolti saranno distribuiti in Iraq tramite la Caritas, che è presente ovunque risieda un vescovo o un patriarca cattolico. «Il popolo reggiano - riferisce Romano Zanni, il sacerdote che guida la Caritas insieme al direttore Isacco Rinaldi – è molto generoso. Per la ricostruzione del Kosovo donò circa un miliardo di lire, in favore di una diocesi dell’India colpita dallo Tsunami più di 500mila euro». Viene il dubbio, tuttavia, che ci si dimentichi delle nuove povertà che avanzano nella nostra terra. Non è così: «Registriamo – riferisce don Zanni – una richiesta crescente di aiuto tramite i 54 centri d’ascolto che fanno capo ai vicariati. Aumentano i casi di chi perde il lavoro o subisce uno sfratto. Tre anni fa la Caritas ha raccolto circa un milione di euro per le famiglie povere reggiane. Stiamo valutando la possibilità di lanciare una nuova colletta. Intanto veniamo in soccorso di chi ha subito uno sfratto esecutivo pagandogli qualche mensilità. Quindici persone, inoltre, usufruiscono della borsa lavoro. Percepiscono 400 o 500 euro al mese che ricaviamo dalla vendita di vestiario e mobili gettati tra i rifiuti».
L’iniziativa era partita dalla Conferenza episcopale italiana che aveva lanciato in tutta Italia una giornata di preghiera per l’Iraq, il 15 agosto, giorno di Ferragosto, in concomitanza con la solennità religiosa dell’Assunta. Camisasca ha colto l’occasione per lanciare nello stesso giorno una colletta straordinaria nell’intera diocesi, rispondendo all’appello di Luis Sako, patriarca dei cattolici irakeni di rito caldeo. Parroci, diaconi e laici hanno trasmesso l’invito nelle domeniche successive, incontrando disponibilità da parrocchie, movimenti e singoli fedeli. Le somme raccolte sono confluite nella processione offertoriale della messa celebrata l’8 settembre nella basilica della Ghiara, a conclusione della Giarèda, che coincide con l’inizio dell’anno pastorale. In totale, 161.626,65 euro.
«Il patriarca dei Caldei monsignor Luis Sako – riferisce il portavoce della Diocesi, Edoardo Tincani – ha già ricevuto la somma ed ha a sua volta ringraziato la Diocesi per il gesto di grande generosità». Le tragiche notizie provenienti dall’area mediorientale occupata dagli islamisti dell’Isis hanno contribuito ad aumentare la sensibilità dei cattolici. Tuttavia la Chiesa reggiana ha sempre avuto un occhio di riguardo per le popolazioni martoriate dalla guerra. In Iraq non si trovano missioni della nostra diocesi, ma i sacerdoti caldei sono da tempo in contatto con i confratelli reggiani, in particolare con Giuseppe Dossetti, parroco di San Pellegrino. Padre Saad Sirop Hanna, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, è venuto più volte nella nostra città. I fondi raccolti saranno distribuiti in Iraq tramite la Caritas, che è presente ovunque risieda un vescovo o un patriarca cattolico. «Il popolo reggiano - riferisce Romano Zanni, il sacerdote che guida la Caritas insieme al direttore Isacco Rinaldi – è molto generoso. Per la ricostruzione del Kosovo donò circa un miliardo di lire, in favore di una diocesi dell’India colpita dallo Tsunami più di 500mila euro». Viene il dubbio, tuttavia, che ci si dimentichi delle nuove povertà che avanzano nella nostra terra. Non è così: «Registriamo – riferisce don Zanni – una richiesta crescente di aiuto tramite i 54 centri d’ascolto che fanno capo ai vicariati. Aumentano i casi di chi perde il lavoro o subisce uno sfratto. Tre anni fa la Caritas ha raccolto circa un milione di euro per le famiglie povere reggiane. Stiamo valutando la possibilità di lanciare una nuova colletta. Intanto veniamo in soccorso di chi ha subito uno sfratto esecutivo pagandogli qualche mensilità. Quindici persone, inoltre, usufruiscono della borsa lavoro. Percepiscono 400 o 500 euro al mese che ricaviamo dalla vendita di vestiario e mobili gettati tra i rifiuti».