Fonte: SIR
Natale in parrocchia per i rifugiati cristiani iracheni riparati in Siria per fuggire alle violenze settarie e dei fanatici integralisti. “Molti si ritroveranno in chiesa a Damasco e ad Aleppo – dichiara al Sir il vescovo caldeo di Aleppo, mons. Antoine Audo – la parrocchia è il loro punto di riferimento principale, è il luogo dell’identità e dell’appartenenza, irachena e cristiana, una dimensione fondamentale per chi come loro sono costretti a vivere fuori del loro Paese d’origine. In parrocchia hanno il catechismo, partecipano alle funzioni, danno il loro contributo. La chiesa è la loro casa e vi vivono con gli altri fedeli siriani”. “Dalla parrocchia ricevono assistenza spirituale e materiale, grazie anche agli aiuti di molte ong, soprattutto Caritas e Croce Rossa. Con questo sostegno, unito al lavoro che possono svolgere anche se non sono regolari, e ai soldi che arrivano dai familiari all’estero, riescono a dare sostentamento alla propria famiglia. In Siria la vita non è cara e il Governo provvede loro anche l’assistenza sanitaria e l’istruzione”.
“Natale è la festa dei bambini – aggiunge il vescovo caldeo – ed in questi giorni stiamo organizzando sia a Damasco che ad Aleppo delle feste con Babbo Natale che porta loro dei doni, giocattoli e vestiario in particolare”. “Questo Natale sarà all’insegna della convivenza che qui in Siria è facilitata anche dal rispetto reciproco tra musulmani e cristiani. Questo Paese può essere considerato un esempio di tolleranza e convivenza tra le fedi. La prossima visita del Papa in Terra Santa e Giordania darà ulteriore impulso a questa convivenza. Per quello che possiamo facciamo di tutto per essere una chiesa aperta e solidale”.
Attualmente in Siria sono rifugiati oltre 1,5 milioni di iracheni, di cui 40mila sono cristiani. Di questi circa 15 mila vivono a Damasco e 2000 ad Aleppo.