"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

27 giugno 2025

Guerra “dei 12 giorni”, Patriarca caldeo Sako: le strategie per “imporre nuovi regimi” possono peggiorare la situazione

25 giugno 2025

Quella che hanno voluto chiamare “Guerra dei 12 giorni” ha sparso preoccupazione e paura anche in Iraq. Lo conferma all’Agenzia Fides il Cardinale iracheno Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea, in una breve intervista in cui vede nei fatti accaduti un ulteriore segno della crisi dell’ordine internazionale.
Davanti allo scenario della “guerra infinita” e dei bombardamenti giustificati come strumenti per innescare cambi di regime, il Cardinale ricorda l’esperienza irachena: ripete che “cambiare regime spetta ai cittadini”, e che le strategie di ‘regime-change’ possono “peggiorare la situazione”.

Bombe da Israele e USA sull'Iran, missili iraniani su Israele e le basi militari Usa in Quatar. Patriarca Sako, come guarda Lei a quello che sta avvenendo in Paesi vicini o confinanti con l’Iraq, e come vive tutto questo il popolo iracheno?
CARDINALE SAKO: Ciò che avvenuto è triste. Abbiamo tutti vissuto tempi duri di preoccupazione e paura. Il mondo ha perso l'ordine internazionale. Adesso bisogna ritrovare il buon senso e rigettare il discorso dell’odio, della violenza e della guerra. E’ peccato distruggere la vita e ciò che è stato costruito. La pace è un dono, dobbiamo accoglierlo e custodirlo con entusiasmo, facendo della tutela della pace un autentico impegno di vita.
Nei giorni scorsi, i bombardamenti sull’Iran sono stati presentati come una operazione volta a indebolire il potere iraniano e portare al suo crollo. Lei come considera simili ipotetiche strategie, anche alla luce dell’esperienza in Iraq?
CARDINALE SAKO: Bisogna rispettare la sovranità dei Paesi e risolvere i problemi tramite il dialogo sincero e coraggioso. Cambiare il regime spetta ai cittadini. Imporre un altro regime potrà peggiorare la situazione. Il cambiamento deve avvenire dall’interno, se i cittadini lo trovano necessario. Dopo 22 anni dalla caduta del regime in Iraq, non abbiamo ancora un vero Stato di cittadinanza, né giustizia, sicurezza e stabilità. La corruzione e il settarismo continuano.
Quali sono per i cristiani in Iraq le cose in cui porre speranza, in questo tempo e davanti a questi scenari?
CARDINALE SAKO: I cristiani hanno sofferto molto, insieme a tutti gli iracheni, a causa dell'Isis. Le sofferenze spingono all’esodo e all’emigrazione. Finora siamo marginalizzati, i nostri villaggi occupati dalle milizie, e la quota di seggi nelle istituzioni politiche riservate ai cristiani viene depredata… Per tutto questo sembra non avvicinarsi per i cristiani un avvenire migliore. Ma nonostante quello che avviamo sofferto, sentiamo di avere una vocazione in questa terra, con la nostra fede. Per questo possiamo rimanere fiduciosi, e attendiamo un futuro migliore.