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9 settembre 2021

The Assyrian Church of the East elects new patriarch in Erbil

Dilan Sirwan

The Assyrian Church of the East on Wednesday elected their new patriarch in Erbil after Mar Gewargis III Sliwa stepped down due to health reasons.
The church on Wednesday elected Mar Awa Royel as the new patriarch in a ceremony held in St. John the Baptist Church in Erbil’s Ainkawa neighborhood.
“We believe that the patriarchal election is a gift from the Lord, so therefore we depend on his blessings and the grace of God and the prayers of the faithful. That is a very sublime and very high responsibility, but the Lord gives it as he wills,” Royel told Rudaw after his election.
“The Assyrian Church would like to stress the fact that our roots are here in Iraq, and in this blessed land, in the region as well,” he added.
In 1933, the seat of the Assyrian Church was moved from the Middle East to the United States. In 2006, construction of a new patriarch began in Erbil and the election of Royel’s predecessor saw the return of the authority of the church to the place of its roots.
“By bringing back the patriarchal sees, since 2015 with the election of his holiness Mar Gewargis and now with this election, the church wants to stress that our roots are here and we will keep them here by the grace of God, so that our church and our people can remain and continue to keep their heritage, and their language, and their culture and civilization,” he said.
Gewargis had expressed his intention to step down in February of 2020 due to health reasons, but election of his successor was delayed because of the coronavirus pandemic. Gewargis welcomed Pope Francis to Erbil in his historic visit to Iraq in March.
Royel previously served as bishop, presiding over the diocese of California. He was the first American-born bishop of the Assyrian Church of the East. He had also served as secretary of the Holy Synod of the church since 2015.
There are only a few hundred thousand Christians left in Iraq. Following the US-led invasion of 2003, sectarian warfare prompted followers of Iraq’s multiple Christian denominations to flee, and attacks by the Islamic State group (ISIS) in 2014 hit minority communities especially hard. According to data from Erbil’s Chaldean Archbishop Bashar Warda, there were more than one million Christians in Iraq before 2003. Fewer than 300,000 remain today, many of them reside in the Kurdistan Region.

Additional reporting by Farhad Dolamari

Mar Awa Royel è il nuovo patriarca della Chiesa assira d’Oriente


Foto by Rudaw.net
Il sinodo della Chiesa assira d’Oriente, riunito ieri a Erbil, ha eletto come nuovo patriarca Mar Awa Royel, che succede al dimissionario Mar Gewargis III Sliwa il quale aveva rinunciato nel febbraio 2020 anno per motivi di salute. L’incontro e la cerimonia di ufficializzazione della nomina si sono svolti nella chiesa di san Giovanni Battista ad Ankawa, sobborgo cristiano della capitale del Kurdistan iracheno, nel nord del Paese.
Intervistato dall’agenzia curda Rudaw, il neo patriarca ha definito l’elezione “un dono del Signore” dal quale “dipendiamo” per le sue “benedizioni”, insieme alla “grazia di Dio” e alle “preghiere dei fedeli”. “Questa che mi è stata conferita - ha aggiunto - è una responsabilità sublime e molto alta, ma è il Signore ad affidarla come meglio ritiene opportuno”.
Infine, egli ha voluto ricordare “le radici” della Chiesa assira che “sono qui in Iraq”, in questa terra e in questa regione “benedette”.
Nel 1933, a causa della situazione geopolitica nella regione e delle persecuzioni contro i cristiani, a partire dal genocidio assiro-armeno avvenuto nella Prima guerra mondiale, la sede viene trasferita dal Medio oriente negli Stato Uniti.
I primi passi verso il ritorno nel 2006, con la costruzione della nuova sede patriarcale a Erbil e l’elezione dell’ultimo patriarca, con la piena autorità nel luogo in cui ha avuto origine la storia della Chiesa assira.
“Riportando indietro la sede patriarcale - afferma Mar Awa Royel, il 122mo in linea di successione - con l’elezione di sua santità Mar Gewargis e oggi con questa elezione, la Chiesa vuole sottolineare che le nostre radici sono qui e le vogliamo con forza mantenere”.
L’obiettivo, aggiunge, è proprio quello di preservare e conservare “l’identità, la lingua, la cultura e la civilizzazione” di questa Chiesa e della sua gente.
La scelta del nuovo patriarca è stata più volte posticipata a causa della pandemia di Covid-19, che ha reso difficile riunire i vescovi e i principali esponenti della comunità assira d’Oriente.
Nonostante le condizioni di salute non ottimali, lo stesso Gewargis ha voluto accogliere di persona papa Francesco a Erbil durante lo storico viaggio apostolico in Iraq del marzo scorso.
Figlio della diaspora, Mar Awa David Royel è nato il 4 luglio 1975 a Chicago, negli Stati Uniti e fin da giovane ha mostrato impegno e attaccamento alla realtà assira locale. A 16 anni l’ordinazione a sotto-diacono e l’anno seguente diventa diacono a tutti gli effetti. L’ordinazione è avvenuta per mano del patriarca emerito Mar Dinkha IV. Nel 2008 viene elevato al rango di vescovo (primo nato in America della Chiesa dell’est a ricoprire tale carica) della California, infine la nomina di ieri a patriarca dopo aver servito come segretario del Sinodo dal 2015.
La Chiesa assira d’Oriente [ortodossa] è presente in Iraq, Kuwait, Siria, Golfo, India, Stati Uniti e Australia. Di rito siriaco orientale, la sede storica è a Baghdad mentre l’attuale è a Erbil. Suddivisa in 19 diocesi, essa vanta circa 330mila fedeli sparsi nel mondo.

8 settembre 2021

Eletto il nuovo patriarca della Chiesa Assira dell'Est

By Baghdadhope 

Mar Awa Royel, Vescovo della California è stato eletto come 122° patriarca della Chiesa Assira dell'Est.



7 settembre 2021

Iniziato in Iraq il sinodo per eleggere il nuovo patriarca della Chiesa Assira dell'Est

By Baghdadhope*

Mar Gewargis III dona un calice a Papa Francesco
il 7 marzo 2021 alla fine della Santa Messa
celebrata ad Erbil 

E' iniziato il 6 settembre ad Ankawa, il sobborgo cristiano di Erbil, nella provincia autonoma del Kurdistan iracheno il sinodo della Chiesa Assira dell'Est per nominare il nuovo patriarca, il 122° della linea di successione.
L'attuale patriarca 
di questa antichissima chiesa le cui origini risalgono alla predicazione di San Tommaso in terra mesopotamica, che accoglie un gran numero di fedeli in patria ma ancor più in diaspora e che pur non riconoscendo l'autorità papale ha con la chiesa cattolica ottimi rapporti, è il dimissionario per ragioni di salute Mar Gewargis III Sliwa, eletto nel 2015 e il cui patriarcato ha segnato  il ritorno dopo 65 anni dagli Stati Uniti in Iraq, precisamente ad Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, della sede patriarcale.  
Nel 1933, infatti, il patriarca Mar Eshai Shimun XXIII, fu esiliato dal governo iracheno a Cipro e nel 1940 trasferì la sede patriarcale negli Stati Uniti dove è rimase fino al 2015, fino alla morte cioè del suo successore Mar Dinkha IV che però già nel 2005 aveva avviato dei colloqui con l'allora presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, per valutare la possibilità di riportare il patriarcato nella terra ancestrale.
Le dimissioni per motivi di salute di Mar Gewargis erano attese da tempo. Nel dicembre del 2019 era stato infatti colpito da un ictus mentre si trovava in Germania, e già il successivo 3 febbraio 2020 
aveva annunciato la convocazione del Santo Sinodo dal 22 al 29 aprile successivo e contestualmente la sua decisione di dimettersi a causa delle precarie condizioni di salute proprio a partire dall'inizio del Sinodo. La pandemia di Coronavirus però aveva reso necessario sospendere l'incontro sine die ed il patriarca aveva accettato quindi di mantenere la carica fino a che sarebbe stato possibile riunirlo. Fu quindi ancora con il titolo di Patriarca della chiesa Assira d'Oriente che Mar Gewargis aveva salutato Papa Francesco nel corso del viaggio apostolico del pontefice in Iraq nel marzo del 2021. 
Otto giorni dopo l'incontro, avvenuto nello stadio di Erbil dopo la Santa Messa officiata da Papa Francesco, Mar Gewargis era stato sottoposto negli Stati Uniti ad un'ablazione cardiaca a causa della forte aritmia di cui soffriva già dall'episodio ischemico dell'anno precedente. Qualche giorno dopo l'intervento ci fu un altro tentativo di convocare un sinodo per eleggere un nuovo patriarca ma anche questo fu rimandato causa pandemia. 

I vescovi che compongono il Santo Sinodo della Chiesa Assira dell'Est sono:

Mar Gewargis III Sliwa
Patriarca


Mar Abris Youkhanna 
Vescovo di Erbil e Kirkuk e Vicario patriarcale

Mar Eliya Isaac
Vescovo di Baghdad, Georgia ed Ucraina

Mar Isaac Yousif
Vescovo di Dohuk, Mosul, Russia e Armenia

Mar Afram Athniel 
Vescovo della Siria

Mar Narsai Beniamin 
Vescovo dell'Iran

Mar Aprem Mooken
Metropolita di India ed Emirati Arabi Uniti 

Mar Awgin Quriaqos 
Vescovo dell'India


Mar Youkhanna Yousif
Vescovo dell'India


Mar Meelis Zaia
Metropolita di Australia, Nuova Zelanda e Libano

Mar Benyamin Elya
Vescovo  di Victoria e Nuova Zelanda 


Mar Awraham Youkhanis 
Vescovo dell'Europa Occidentale

Mar Odisho Oraha  
Vescovo di Scandinavia e Germania

Mar Awa Royel
Vescovo della California, Segretario del Sinodo

Mar Paulus Benjamin
Vescovo degli Stati Uniti Orientali

Mar Aprim Khamis
Vescovo degli Stati Uniti Occidentali

Mar Emmanuel Yosip
Vescovo del Canada

Baghdad, elezioni: dal card. Sako un appello al voto. Al-Sadr ci sarà

By Asia News
6 settembre 2021

La Chiesa caldea lancia un appello alla popolazione irachena, per un’ampia partecipazione alle elezioni parlamentari in programma il mese prossimo, che proprio in questi giorni hanno ricevuto anche l’adesione - a lungo in dubbio - del leader sciita Muqtada al-Sadr.
In una nota diffusa sul sito del patriarcato a firma del card. Louis Raphael Sako si invita a “scegliere rappresentanti” che conoscano “la politica, la legge e i bisogni delle persone” e le cui mani siano “pulite” in una nazione piagata da decenni di malaffare e corruzione. Serve una svolta, osserva il porporato, perché “le precedenti elezioni sono state deludenti”.
In un Paese in cui è forte il timore di destabilizzazione e di scenario afghano in caso di ritiro repentino dei soldati Usa, il 10 ottobre sono in programma le elezioni politiche - se non intervengono nuovi rinvii, con la tornata elettorale prevista in origine a giugno. Col voto verranno scelti i 328 membri della Camera dei rappresentanti, i quali saranno poi chiamati a indicare il futuro presidente della Repubblica e il primo ministro, col nuovo governo.
Nei giorni scorsi Jaleel Adnan Khalaf, al vertice della Commissione elettorale indipendente che verifica le regolarità del voto, ha confermato l’invito formulato a 75 nazioni e ong internazionali per verificare che non vi siano brogli o contestazioni nei seggi elettorali. Un passaggio cruciale per la vita del Paese che, proprio in queste ore, ha ottenuto l’adesione di al-Sadr. In un primo momento, il leader sciita aveva invitato i suoi sostenitori al boicottaggio. Egli ha un bacino potenziale di milioni di elettori e una milizia paramilitare che risponde ai suoi ordini.
Oggi il cambio di rotta di al-Sadr, dietro il quale vi sarebbe la volontà di aiutare le autorità a “mettere fine alla corruzione” dopo aver attaccato per anni quella che definiva l’influenza negativa tanto dell’Iran, quanto degli Stati Uniti per la vita della nazione. Partecipare è “accettabile ora” ha dichiarato al-Sadr in un intervento televisivo, circondato da decine di fedelissimi e con indosso un turbante nero a rivendicare la discendenza diretta dal profeta Maometto.
Il blocco Saeroon legato al leader sciita è il più consistente nell’attuale Parlamento, con 54 seggi su un totale di 328; anche la nuova legge elettorale sostenuta dal premier Mustafa al-Kadhimi, che riduce le dimensioni dei collegi elettorali ed elimina il voto di lista a favore delle preferenze per singoli candidati, dovrebbe garantire un ampio successo.
Nel suo appello, il patriarca caldeo ribadisce “la vicinanza alle aspirazioni degli iracheni alla pace, alla stabilità e all’unità nazionale” mentre al governo di Baghdad spetta il compiuto di garantire un clima elettorale che consenta un “voto libero e senza pressioni”.
Il card Sako ricorda infine la richiesta dei mesi scorsi “di una lista cristiana unica” ma non è stato possibile raggiungere un accordo fra le varie componenti.
Tuttavia, conclude la nota, “invitiamo i cristiani a scegliere i candidati secondo criteri precisi” e “chiediamo ai fratelli musulmani di votare persone che amano l’Iraq e lavorano per il bene della sua gente”.