Pagine

11 luglio 2019

Kurdistan, il ministro cristiano del nuovo governo giura su una Bibbia bruciata dall’Isis

By Asia News

Per cristiani, caldei, assiri, siriaci è una “sfida” restare “nella terra dei nostri padri” nonostante le violenze e le persecuzioni. È quanto ha affermato Ano Jawhar Abdulmasih Abdoka, il solo ministro cristiano del nuovo governo della regione autonoma del Kurdistan (Krg), dopo aver prestato giuramento ieri su un’antica Bibbia bruciata dai jihadisti dello Stato islamico (SI, ex Isis). Un gesto, aggiunge il politico, che vuole affermare l’appartenenza cristiana assieme al legame con “la piana di Ninive, l’Iraq, la Mesopotamia e il Kurdistan” che “sono le nostre terre”. 
Titolare del dicastero dei Trasporti e delle comunicazioni, egli è l’unico esponente cristiano del governo guidato da Masrour Barzani in rappresentanza dell’Alleanza di unità nazionale (fazione assira, siriaca e caldea). Come primo atto simbolico, il ministro ha deciso di prestare giuramento su un manoscritto risalente a 400 anni fa e danneggiato dai jihadisti, per “dimostrare che i cristiani resteranno una componente essenziale” della regione. Interpellato dall’agenzia curda Rudaw, Abdoka ha detto di voler ricordare con il proprio gesto le “terribili atrocità” commesse dall’Isis, in particolare contro le minoranze cristiana, yazidi e Kakais nella provincia settentrionale di Ninive.
“Tutti noi - ha aggiunto - siamo stati colpiti a vario titolo” dai jihadisti e ne portiamo le conseguenze. Parlando del proprio ruolo di ministro, egli ha affermato di voler operare secondo una metodologia “moderna” e “sviluppata”. “Siamo molto ottimisti - ha aggiunto - sul fatto di poter lavorare fianco a fianco, nel nuovo esecutivo, assieme al Primo Ministro per garantire servizi sostanziali, attivi e studiati a fondo ai bambini della regione curda”. Un discorso programmatico che risponde ai molti appelli lanciati in passato ad AsiaNews da sacerdoti e personalità cristiane della regione curda, che denunciavano le difficoltà logistiche e nei trasporti per poter garantire la scolarizzazione ai bambini profughi di Mosul e Ninive.
Nel Parlamento della regione del Kurdistan, formato da 111 membri, i seggi riservati alle minoranze sono 11 e all’interno del nuovo esecutivo - formato da 21 ministri, tre dei quali senza portafoglio - vi sono anche rappresentanti yazidi e di altre etnie minoritarie. La cerimonia di giuramento è avvenuta ieri mattina alle 11, dopo che i deputati hanno votato la fiducia alla compagine di governo. 
Nel discorso inaugurale, il neo premier Barzani ha archiviato la lotta per l’indipendenza di due anni fa per aprire una nuova fase di maggiore collaborazione e rafforzamento dei legami con Baghdad. Oggi la priorità per Erbil, ha aggiunto, è quella di stabilire una relazione “forte e costruttiva” con il governo centrale mettendo da parte mire indipendentistiche, almeno per il momento. “Ciò - ha proseguito - è accaduto in passato” quale “riflesso” delle “aspirazioni” di una nazione. “Tuttavia, oggi il focus del mio governo sarà quello di creare una rinnovata partnership”. 
Alla guida della lotta per l’indipendenza vi era il padre di Masrour, l’ex presidente Masoud Barzani che ha rassegnato le dimissioni nel 2017 in seguito all’offensiva dell’esercito irakeno contro le mire separatiste della regione autonoma curda. Fra i nodi da sciogliere la decennale disputa per il controllo del petrolio (soprattutto attorno a Kirkuk), la compartecipazione alle entrate, la sicurezza e il controllo del territorio, elementi di un conflitto che si trascina irrisolto dal 2003, all’indomani della caduta del raìs Saddam Hussein.