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4 maggio 2022

La cattedrale siro ortodossa di Mar Toma a Mosul sarà ricostruita dalla collaborazione tra Svizzera, Francia ed Iraq.

By Baghdadhope*

Il 2 maggio scorso Monsignor Mar Nicodemus Daoud Sharaf, vescovo siro ortodosso di Mosul, ha firmato l'accordo per l'avvio dei lavori di ricostruzione della cattedrale di Mar Toma (san Tommaso) a Mosul, la "madre delle chiese sire in Iraq" come si legge sulla pagina Facebook ufficiale della arcidiocesi cittadina, che avverrà in collaborazione con la fondazione svizzera Aliph (Alliance internationale pour la protection du patrimoine dans les zones en conflit) e l'associazione francese L' Œuvre d'Orient.
La cattedrale, come si legge nella pagina di Aliph, risale probabilmente al VII secolo e si crede sia sorta sul sito della casa dove aveva vissuto San Tommaso nella sua permanenza a Mosul. La chiesa originale fu danneggiata durante l'assedio persiano nel 1743 e la struttura fu ricostruita per volere del governatore di Mosul a ringraziamento per la partecipazione dei cristiani nella difesa della città. 
L'ultima distruzione dell'edificio invece risale agli anni dell'occupazione di Mosul da parte dell'ISIS (2014-2017) ed alla battaglia per la liberazione della città.
Il progetto di restauro vede come protagonista oltre alle due organizzazioni citate il 
French Institut National du Patrimoine ed il suo equivalente iracheno, lo SBAH, (State Board of Antiquities and Heritage) e prevede anche l'impiego e la preparazione di manodopera locale. Nel dicembre del 2020 l'intero sito è stato messo in sicurezza dall'esercito iracheno che lo ha sminato e resi inoffensivi tutti gli ordigni inesplosi che non avrebbero permesso l'inizio dei lavori. 
Il progetto che vede protagonista la chiesa siro ortodossa di Mar Toma si affianca a quello già in corso di riabilitazione del patrimonio storico, artistico e religioso di Mosul e che interessa tra diversi edifici di culto la chiesa siro cattolica di Al Tahera e quella latina di Al Saa'a. Il progetto: Revive the Spirit of Mosul, è ad opera dell'UNESCO in collaborazione, come principali donatori, degli Emirati Arabi Uniti, l'Unione Europea, la Germania ed il Giappone.