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8 maggio 2020

Svolta politica in Iraq, Sako: “Nuova fase di speranza per il Paese”

By Vatican News
Andrea De Angelis 


Un voto atteso da quasi sei mesi. 
Lo scorso novembre - quando il mondo ancora non immaginava l’emergenza che avrebbe dovuto affrontare l’anno successivo - l’Iraq era alle prese con una crisi politica senza precedenti, tale da portare l’ex primo ministro Abdul Mahdi a dimettersi. Non era mai accaduto dopo la fine del regime di Saddam HusseinNella notte, il Parlamento ha dunque votato la fiducia al nuovo Governo che avrà come primo ministro il 53enne Mustafa al-Kadhimi, giornalista e già a capo dei servizi segreti del Paese. Accordata la fiducia anche a 15 ministri, in un gabinetto che normalmente ne conta oltre venti. I tasselli chiave del settore petrolifero e degli affari esteri sono però ancora da riempire. 

Fiducia ottenuta al terzo tentativo

 Per l’Iraq è stato un lungo inverno, terminato poi con l’emergenza da coronavirus che nel Paese ha causato 102 vittime, mentre sono quasi 3mila i contagi. A febbraio infatti il presidente Barham Salih aveva inizialmente nominato primo ministro incaricato Muhammad Allawi, che però non era riuscito a ottenere il sostegno dei partiti dei musulmani sciiti e delle milizie ad essi legate. Il mese successivo l’incarico era stato dato a Adnan Zurfi, ma anche in questo caso non si era arrivati ad alcun risultato. Poi la svolta con al-Kadhimi. “Il mio Governo avrà come priorità sicurezza, sovranità, stabilità e prosperità dell’Iraq”, ha scritto in un tweet poco dopo la mezzanotte di oggi il neo premier.

“Una speranza per l’Iraq”
 “Siamo davanti all’inizio di una nuova fase per il Paese” e la formazione di questo nuovo Governo “è una speranza per tutti noi”.
Lo afferma nell’intervista a VaticanNews il cardinale Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei. Il presule una settimana fa aveva lanciato un appello per un nuovo esecutivo nazionale caratterizzato da “integrità, patriottismo, imparzialità e lealtà”, grazie a politici che restino lontani da “ambizioni personali o di parte” e che sappiano, al contrario, compiere i loro sforzi per “far rivivere il Paese e porsi al servizio dei suoi figli”. “È un sogno, ma speriamo che si avveri”, aveva scritto in una nota il Patriarca. Alla domanda se la speranza in quel sogno sia ancora viva, il cardinale Sako risponde in maniera affermativa, sottolineando come al-Kadhimi sia “un uomo onesto, non legato a nessun partito politico” e con il quale c’è sempre stato un buon dialogo.

 Il ruolo dei cristiani
Non vi è nessun cristiano, al momento, nella squadra del Governo al-Kadhimi. Nonostante questo, il ruolo dei cristiani nel Paese resta importante e prezioso. “Molti cittadini iracheni vengono da noi a parlare, ci chiedono una visione ed apprezzano le nostre posizioni”, afferma. “L’unità del Paese, la solidarietà nazionale sono preziose e spetta anche ai laici cristiani costruirle”, aggiunge. “La corruzione - prosegue il Patriarca - è presente anche nella nostra comunità, dobbiamo dirlo. Ma il nostro compito non deve mai venire meno”.