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23 ottobre 2017

In Kurdistan 32 partiti difendono la linea “indipendentista”

By Fides

I rappresentanti di 32 Partiti politici presenti nel Kurdistan iracheno, comprese almeno 8 organizzazioni politiche animate da cristiani, si sono riuniti a Erbil ieri, domenica 22 ottobre, e hanno sottoscritto un documento di appoggio alla presidenza e al governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, deplorando le operazioni militari ordinate dal governo iracheno per riaffermare il proprio controllo sulla regione petrolifera di Kirkuk. Le sigle politiche, nel documento sottoscritto dai loro rappresentanti, hanno chiesto di “non rinunciare” agli effetti del referendum indipendentista svoltosi nella regione lo scorso 25 settembre, che ha sancito la volontà della leadership curda del Kurdistan di procedere verso la proclamazione di piena indipendenza dall'Iraq. Nel testo sottoscritto si deplorano anche le misure di embargo economico e politico disposte da Baghdad nei confronti del Kurdistan dopo il referendum. Si ribadisce la disponibilità al dialogo sulla base della Costituzione, accusando il governo di Baghdad di aver sabotato ogni apertura al confronto, ricorrendo al linguaggio “dell'aggressione e dell'arroganza militare”.
Tra i Partiti che hanno sottoscritto il documento figurano anche almeno 8 sigle politiche animate da dirigenti e militanti cristiani, come il Partito democratico “Bet Nahrain”, il Consiglio nazionale caldeo e il Partito democratico caldeo. Intanto, il partito curdo Gorran, principale forza d'opposizione all'attuale linea politica del governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, ha chiesto le dimissioni di
Ma'sud Barzani – attuale Presidente della Regione autonoma - accusandolo di aver gestito in maniera disastrosa i rapporti con il governo di Baghdad e di aver imposto il referendum indipendentista scegliendo male i tempi e ignorando le messe in guardia che provenivano da diverse potenze regionali, a partire da Turchia e Iran. Oggi, lunedì 23 ottobre, è in programma a Mosca un incontro tra il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, e il ministro degli esteri iracheno, Ibrahim al-Jaafari, per discutere della situazione creatasi in Kurdistan dopo il referendum indipendentista.