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22 giugno 2015

Migliaia di profughi cristiani cacciati dall’ISIS dalle loro case

By Eurocomunicazione
Giancarlo Cocco


Una tre giorni ricca di spunti e di riflessioni sui nuovi mezzi di comunicazione quali il web, la rete e i social network: si tratta del secondo meeting nazionale dei giornalisti cattolici svoltosi a Grottammare (Ascoli Piceno) dal titolo “Pellegrini nel Cyberspazio”, organizzato dal settimanale diocesano L’Ancora, della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e alla quale hanno partecipato oltre 150 giornalisti rappresentanti delle testate cartacee e online provenienti da tutta Italia.
Una parterre di grande prestigio con gli interventi di Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa, Andrea Melodia presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, Antonio Gaspari direttore di Zenit Agenzia di stampa Internazionale, Francesco Gaeta vicedirettore di Famiglia Cristiana, Daniele Bellasio de Il Sole 24 Ore, Paolo Ruffini direttore di TV 2000, Francesco Zanotti presidente della Fisc, il Cardinale Edoardo Menichelli che ha parlato di come “Comunicare Dio in famiglia”. Tra gli ospiti più attesi Monsignor D’Ercole autore e conduttore da più di venti anni del programma Rai “Sulla via di Damasco”.

Un momento di incontro e condivisione per fare squadra tra tutti i giornalisti cattolici che vivono il mondo della comunicazione ma anche per affrontare il tema di denuncia dello stato di grande pericolo e vessazioni cui sono sottoposti i cristiani in Iraq da parte dell’Isis, fatta dal neo-vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei Mons. Basel Yaldo (è stato nominato vescovo solo cinque mesi fa da Papa Francesco) presente al meeting, che ha raccontato come nel 2006 fu rapito da un gruppo fanatico di miliziani e liberato dopo tre giorni. Il Vescovo, per l’occasione, ha lanciato un appello all’Unione europea perché intervenga per ristabilire la pace nella regione e per il rientro nelle loro case di centinaia di migliaia di profughi cristiani.
Racconta Mons. Yaldo che «i cristiani in Iraq fino a qualche anno fa erano oltre un milione, vivevano in città come Babilonia, Ninive e Ur, ora sono ridotti a poco più di trecentomila. Bisogna rendere noto al mondo di questa comunità che è disposta a pagare con la vita la sua appartenenza alla fede. I cristiani sono presenti in questa regione dalla fine del primo secolo. I monaci Caldei – cristiani sono arrivati dall’Iraq fino in Cina».
«Qui i cristiani» – continua Basel Yaldo – «parlano ancora la lingua di Gesù, l’aramaico. Nel settimo secolo, quando sono arrivati i musulmani, i cristiani con la forza sono stati costretti ad abiurare la loro fede. Nel 1318 esistevano 20 diocesi cristiane e vi erano 80 milioni di fedeli, oggi siamo ridotti a meno di quattrocentomila. Prima di Saddam eravamo un milione. Tanti sono fuggiti, specie lo scorso anno, quando nelle grandi città come Ninive, Baghdad, Babilonia e Ur dei Caldei, la patria di Abramo, è arrivata l’Isis. Prevedo che tutto si concluderà con la divisione dell’Iraq in tre parti sunniti, sciiti e curdi».
«I cristiani» – prosegue Mons.Yaldo – «stanno in mezzo, sono in netta minoranza e sono considerati “ospiti” mentre noi siamo l’origine di questo Paese. L’Isis è entrata a giugno 2014 e in una notte da Ninive sono fuggiti oltre centomila cristiani. Si sono rifugiati in Libano e Turchia. Ora chiediamo la protezione e l’intervento dell’Europa perché si possa incoraggiare il rientro dei cristiani nella nostra terra pacificata».
Un appello che l’Unione Europea non può non accogliere senza mezzi termini.