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10 gennaio 2011

Il doloroso Natale degli ortodossi a Baghdad: Mons. Lingua (Nunzio apostolico) "che il governo dia sicurezza a tutti i cittadini"

By Baghdadhope*
Fonte della notizia: Radio Free Iraq, Bab News

Anche in Iraq il Natale ortodosso è stato celebrato tra ingenti misure di sicurezza ed in un’atmosfera di dolore per le recenti stragi di cristiani a Baghdad ed ad Alessandria d’Egitto. Così è stato, a Baghdad, nella chiesa Armeno Ortodossa ed in quella Copta dove, secondo quanto riferito dal sacerdote, Padre Emanuel Shaheta, i fedeli hanno chiesto a Dio di portare la pace nel mondo e dove la celebrazione della nascita del Signore è stata un’opportunità per confermare il legame tra cristiani e musulmani, fratelli dello stesso paese.
Alla cerimonia ha partecipato anche il Nunzio apostolico in Iraq e Gordania, Mons. Giorgio Lingua che attraverso i microfoni di Radio Free Iraq ha chiesto al governo iracheno di garantire a tutti i suoi cittadini la sicurezza necessaria alla vita, ed ha dichiarato che pur apprezzando l’offerta di asilo per gli iracheni cristiani da parte di alcuni paesi europei non pensa che l’emigrazione all’estero sia la giusta soluzione per loro.
L’ambasciatore egiziano in Iraq, Sherif Shaheen, ha da canto suo ribadito come i cristiani siano parte integrante del tessuto sociale iracheno la cui sparizione indebolirebbe l’intero paese.

A proposito della situazione degli iracheni cristiani il presidente della repubblica, Jalal Talabani, ha annunciato oggi la formazione di un ufficio dipendente da quello della presidenza deputato ad investigare sulle ingiustizie e gli abusi compiuti ai danni dei cristiani. Talabani, secondo quanto riportato dal sito Bab News, ha ribadito a nome di tutto il popolo iracheno la condanna per le sofferenze patite dai cristiani e la necessità di operare perchè l'Iraq rimanga la patria di tutti i suoi cittadini che in essa possano vivere in pace e sicurezza.
Alle parole di Talabani hanno fatto eco quelle del patriarca della chiesa caldea, Cardinale Mar Emmanuel III Delly, che ha ricordato la necessità che tutti gli iracheni lavorino insieme per il bene del paese.