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2 dicembre 2010

Così parla uno dei sopravvissuti dell'attacco alla chiesa siro cattolica di Baghdad 2

By Baghdadhope*

La comunità irachena cristiana nel mondo, ma non solo, in questi giorni rivive il proprio dolore per quanto successo nella chiesa di Nostra Signora della Salvezza un mese fa attraverso i video che mostrano ciò che è successo durante e dopo l'attacco terroristico.
Ad essi si sono aggiunti quelli di alcuni dei sopravvissuti che descrivono l'orrore di quelle ore.
C'è, ad esempio, quello di una giovane donna, Merna Zuhair, che era in chiesa e che ha visto morire il fratello ed il nipotino di tre anni.
Questi video, originariamente in arabo, sono stati sottotitolati in inglese. Per chi capisce l'inglese il video della testimonianza di Merna Zuhair può essere visto cliccando qui.
Per chi invece volesse leggere la versione italiana di seguito c'è quella tradotta ed adattata da Baghdadhope.
La traduzione, passando attraverso due lingue e basandosi solo su quanto trascritto ha delle imprecisioni e delle forzature nel fraseggio di cui Baghdadhope si scusa, ma in ogni caso rende l'idea dell'inferno vissuto da chi era in quella chiesa nella domenica che ormai tutti gli iracheni cristiani chiamano: "la domenica nera".

Voi non avete visto. Voi non c'eravate. Io sono uno degli ostaggi della chiesa. Sono entrati in chiesa, abbiamo sentito sparare. Eravamo seduti vicino ad una porta ed abbiamo visto il fumo da quella porta. Ce ne siamo allontanati. Uday ha preso il cellulare ed ha chiamato mio padre dicendo: "Papà per favore vieni a salvarci".
Gli uomini armati sono entrati in chiesa, hanno spinto tutti dentro, ci siamo sdraiati sul pavimento, anche Uday era sul pavimento e parlava per telefono con nostro padre e chiedeva il suo aiuto. Il sacerdote ha cercato di chiudere la porta ma gli hanno sparato in testa, stava cercando di calmarli ma gli hanno sparato immediatamente. Hanno sparato in testa a padre Thaer e neanche padre Waseem è stato risparmiato.
Ci siamo inginocchiati e ci siamo nascosti sotto i banchi, la mia testa era sopra quella di Uday, c'era un uomo armato con una maglietta rosa che ha ucciso il diacono. Uday batteva il telefono sul pavimento e diceva: "Perchè hanno ucciso il diacono? Che cosa ha fatto?" io gli ho detto: "Ci uccideranno" e lui mi ha risposto: "No, non avere paura, non ci uccideranno, prenderanno dei soldi e se ne andranno."
C'erano dei giovani seduti sul pavimento ed uno degli uomini armati ha detto ad un altro: "Sparagli! Sparagli!" A qualcuno hanno sparato in testa e quello continuava a dire all'altro: "spara a tutti, non lasciare vivo neanche un uomo". Uday era nascosto tra di noi ma quell'uomo ha detto: "qui c'è un ragazzo, sparagli!" così quello ha caricato la pistola ed ha sparato ad Uday ferendolo alla spalla. Uday teneva tra le braccia suo figlio e gli diceva: "non avere paura, non avere paura" .
Io chiamavo Uday ma lui non mi rispondeva. Avevo nascosto la testa sotto il banco e chiamavo: "Uday! Uday!" Ma Uday non mi rispondeva, non parlava, mentre suo figlio gridava:"Basta!" e chiedeva al suo papà di alzarsi.
Hanno sparato ad una donna nella schiena e lei è caduta su Uday e Adam, io l'ho spinta via perchè Adam stava soffocando, l'ho spinta sotto i banchi dicendole di stare zitta perchè i terroristi avevano detto: "Se vi sentiamo respirare vi uccidiamo." Io continuavo a dirle di star zitta ma lei abbracciava Adam per calmarlo.
Quattro terroristi sono venuti verso di noi ed uno si era seduto vicino ai nostri piedi, era un iracheno, quello con il fucile si chiamava Mohammed.
Quello che si chiamava Abou Mussaab stava chiamando qualcuno ma non so chi, parlava al telefono e diceva:" sono entrato nella chiesa, la chiesa di Nostra Signora della Salvezza, se non rilascerete le nostre sorelle in Egitto nessuno di questi cristiani ne uscirà vivo" poi ha preso il walkie-talkie ed ha detto: "Mmm! Gli infedeli hanno usato i cellulari, fate attenzione, questi sono gli infedeli"
Hanno fatto esplodere delle granate vicino a noi, i bossoli delle pallottole mi cadevano vicino, è caduto il lampadario e sono rimasta ferita.
Alle guardie ed ai poliziotti non importava, sparavano al soffitto.
Un ragazzo ha chiamato qualcuno, non so chi, forse l'esercito, non lo so, ed ha detto: "E' tutto sotto controllo, non aver paura, sto sparando da qui.!"
Un terrorista è si è avvicinato ed ha detto:"Abbiamo finito le pallottole" e l'altro ha detto "abbiamo ancora le granate" e così hanno iniziato ad usarle.
Le guardie e l'esercito hanno gettato delle granate fumogene ed io mi sono detta:"adesso arriveranno" ma i terroristi hanno sparato ai soldati e si è sentito silenzio.
Io mi sono detta:" li hanno uccisi." Uno di loro ha chiesto ad Abou Mussaab: "Stai bene?" "Sì, sto bene" ha risposto Abou Mussab ed ancora:" Hai pregato?" "Sì, l'ho fatto" e quello ha detto: "Spara a questa statua. Voi siete infedeli, voi andrete all'inferno, anche noi moriremo, ma noi andremo in paradiso, e voi, anche se vivrete, vivrete in un inferno."
C'erano granate dappertutto, Adam gridava e piangeva ma io non riuscivo a prenderlo, sono riuscita solo ad allontanare la mia borsa per farlo respirare. Poi Adam si è zittito, l'elettricità è andata via ed io mi sono detta: "i terroristi sono stati uccisi" uno di loro diceva: "pregate, pregate Dio è il più grande, Dio è il più grande" mentre continuava ad uccidere.
Poi non so cosa sia successo, penso che il ragazzo iracheno sia stato ferito ad una gamba e non potesse muoversi, indossava una cintura, è andato verso l'altare e si è fatto esplodere. Abbiamo messo le mani sulle orecchie per non sentire. Io ho toccato mia sorella, pensavo fosse morta ma lei mi ha toccatoa sua volta e mi ha detto:"Sono viva." Il mio cellulare ha iniziato a squillare. Era buio. Così uno di quegli uomini ha detto: "Cos'è quella luce?" Non so come ho fatto a prendere la borsa e nasconderla sotto di me. Era buio. Ho chiamato Dureid, non sapevo chi dovevo chiamare. Quell'uomo mi ha detto: "Alzati e grida" io gli ho detto che avevo paura che ci uccidesse tutti e lui mi ha detto di nuovo: "Alzati e grida". Io mi sono alzata ed ho gridato:"Aiutateci, aiutate me e mia sorella".
Ho usato la luce del mio cellulare per guardare Adam, era bruciato, io cercavo di muoverlo ma non riuscivo a prenderlo perchè Uday lo teneva stretto.Sono uscita. Non c'erano le guardie. La chiesa era piena di corpi. Ho chiesto alle guardie: "dove eravate? Siete entrati dopo che avevano ammazzato tutti."
Era pieno di soldati ed io ho chiesto; "dove eravate? Siete entrati dopo che avevano ammazzato tutti" e qualcuno mi ha detto:"non preoccuparti, siamo dell'esercito. Io ho detto:"No!" Pensavo che ci avrebbero rapiti, e lui ha iniziato a gridare:"Siamo dell'esercito."
Io gli ho chiesto di non urlare. Siamo usciti ed abbiamo visto i soldati.

Clicca qui
per leggere la testimonianza della sorella di Merna, Shahad