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19 luglio 2010

Nell’Iraq delle violenze, ordinati due sacerdoti e quattro diaconi a Kirkuk


by Layla Yousif Rahema

"Un segno di vitalità e speranza”. Così l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, commenta l’ordinazione di due nuovi sacerdoti avvenuta oggi, 16 luglio, nella cattedrale della sua diocesi. E si può dire che luglio ha visto una vera e propria fioritura di ordinazioni sacerdotali, che hanno infuso nuova linfa vitale alla comunità cristiana, prostrata dal perdurare delle violenze settarie e dell’instabilità politica che affligge l’Iraq.
Insieme ai due sacerdoti oggi sono stati ordinati quattro diaconi permanenti. Prima di loro, il 9 luglio, era stata la volta di un altro sacerdote consacrato il 9 luglio a Dohok, nel nord; mentre un quarto sacerdote sarà ordinato il 23 luglio a Karamless, nella diocesi di Mosul. Anche la Chiesa siro-cattolica di Bartella e Karakosh ha avuto nuovi sacerdoti in questo mese.
“E’ un segno di vitalità e speranza veder questi giovani consacrati al Signore e al servizio dei loro fratelli che vivono in una grande sofferenza, in questo tempo di tribolazione e di buio”, dichiara mons. Sako ad AsiaNews.
Oggi, alla funzione celebrata da mons. Sako, hanno partecipato numerosi fedeli uniti nella preghiera e nella gioia, “perché questi nuovi preti possano portare il messaggio di Dio, che è l'amore e la pace, a tutti senza distinzione” racconta il presule. Nella sua omelia l’arcivescovo ha ricordato ai nuovi sacerdoti di vivere il dono di Dio come lo ha vissuto Maria, come un rapporto personale che cambia la vita: “Come Lei, dobbiamo ‘conservare queste cose nel cuore e meditarle’ (Lc 2,19.51). La preghiera è un vero e proprio scudo di protezione, a condizione che sia nell’umiltà. Maria ha detto ‘sono la serva di Dio’, anche noi siamo servi del Signore. La preghiera è il carattere distintivo che fa vedere alla gente Cristo nel nostro apostolato”.