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9 giugno 2007

Salvare i cristiani in Iraq: appello della Caritas Internationalis e di Aiuto alla Chiesa che soffre

Fonte ICN news

(Agenzia Fides) - La violenza sui cristiani non si ferma in Iraq: come ha comunicato la Chiesa locale, dopo l'uccisione di p. Ganni e di quattro diaconi a Mosul, è stato rapito da ignoti a Baghdad il sacerdote cattolico Caldeo p. Hani Abdul Ahad insieme a cinque giovani fedeli. I Vescovi Caldei e altri leader cristiani dell'Iraq e dei paesi del Medio Oriente hanno rinnovato la loro denuncia sulle vessazioni che i cristiani subiscono in Iraq, appellandosi alle autorità civili, in Iraq e a livello internazionale. Anche l'Assemblea Generale della Caritas Internationalis, in corso in Vaticano, ha segnalato la situazione dal punto di vista umanitario, ricordando le difficili condizioni di vita dei profughi, "mentre l'esodo continua", ha sottolineato Wael Suleiman, direttore esecutivo di Caritas Internationalis in Giordania, paese che ha accolto fino ad oggi 800.000 profughi in fuga dall'Iraq, di cui oltre il 10% cristiani. "Oggi i cristiani in Iraq sono una minoranza ridotta al lumicino, minacciata e perseguitata quotidianamente. I cristiani subiscono una doppia persecuzione: da parte sunnita e da parte sciita. Dove fino a poco tempo fa sorgevano interi quartieri cristiani ora non rimangono che poche famiglie che, se escono di casa per visitare ad esempio dei parenti, rischiano al ritorno di non trovare più le proprie abitazioni, occupate dai musulmani. Per loro la vita in Iraq è finita", ha raccontato Suleiman, descrivendo una comunità molto provata e costretta alla fuga, allo sfollamento, che si sente abbandonata a se stessa. Una voce forte in difesa dei cristiani iracheni si è alzata dall'Opera di diritto Pontificio "Aiuto alla Chiesa che soffre": attraverso le parole del suo presidente Hans-Peter Röthlin, l'organizzazione chiede preghiere e solidarietà concreta. "Abbiamo il dovere di aiutare i cristiani iracheni perchè condividiamo con loro la stessa fede. E proprio perchè rifiutano di abbandonare la loro fede cristiana, stanno soffrendo".I cristiani sono una delle componenti più antiche della popolazione irachena e fin dall'inizio si sono fusi con comunità di fede ed etnie differenti come gli arabi, i curdi, i turcomanni, dando un notevole contributo alla civilizzazione dell'Iraq. (PA) (Agenzia Fides )