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17 giugno 2007

Dopo Dora anche Amiryia diventa pericolosa per gli iracheni cristiani

By Baghdadhope

La notizia della liberazione a Baghdad di Padre Hani Abdel Ahad per quanto bella non può rassicurare la comunità irachena cristiana. Se a Dora non abita quasi più nessuna famiglia cristiana, altre aree della città stanno diventando altrettanto pericolose per chi, stretto nella violenza che a Baghdad oppone tutti contro tutti, non vuole e non può reagire allo stesso modo ed è obbligato a subire.
In un’intervista ad USA Today il comandante di terra delle forze americane, Lt. Gen. Raymond Odierno, proprio da Dora ha dichiarato che solo circa il 40% di Baghdad è sicuro, mentre un 30% del suo territorio è senza controllo ed un altro 30% soffre di alti livelli di violenza, e questo nonostante la strategia di “pulizia, controllo e mantenimento” messa in atto dalle forze USA. Tra le aree senza controllo o violente si può senza dubbio annoverare quella di Amiriya, roccaforte sunnita dove diversi gruppi armati si stanno affrontando in assenza di controllo da parte della polizia e dell’esercito iracheni, e dove una sorta di “patto di non agressione” permette alle truppe USA di dare la caccia ai militanti di Al Qaeda.
Proprio Amiriya sta diventando “zona minata” per i cristiani che riportano notizie di violenze, minacce, aggressioni, uccisioni, terrore, e questo nonostante la posizione del quartiere che, limitrofo com’è alla superstrada che conduce all’aeroporto ed addirittura a Camp Cropper, il centro detentivo americano di massima sicurezza dovrebbe essere, per logica, sotto controllo americano. Secondo fonti di Ankawa.com una famiglia di Amiriya che si rifiutava di lasciare la propria casa è stata convinta a farlo da una bomba scoppiata nel giardino, ed è stata costretta per strada durante il coprifuoco notturno decretato per quattro giorni dopo l’attacco alla moschea sciita di Samarra. IDP, Internally Displaced Persons, ecco cosa sono diventanti molti iracheni cristiani, sfollati all’interno del proprio paese o addirittura della stessa città. Ma rimarrà una zona di Baghdad dove saranno al sicuro? Se non si troverà una soluzione a questo problema la risposta sarà negativa, se anche ci fosse un quartiere abitato da persone di fede islamica pronte ad accogliere e proteggere i cristiani in virtù della tolleranza che molti musulmani leggono nel Sacro Corano la parte fondamentalista avversa, sunnita o sciita secondo la zona, non lo permetterebbe. Sempre secondo la stessa fonte di Ankawa.com, infatti, le minacce di morte si estendono anche a quei musulmani di Amiriya che in virtù di amicizie decennali cercano di aiutare i vicini cristiani, proprio come succedeva a Dora
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