By AgenSIR -Patriarcato caldeo
16 settembre 2024
16 settembre 2024
“È giunto il momento che finisca questo incubo che le persone stanno vivendo, soprattutto nella nostra regione: guerre, morte, demolizione di case e infrastrutture, sfollamenti, mancato rispetto dei diritti, libertà e dignità, a causa dell’avidità, della corruzione, dell’ipocrisia e del caos morale e di valori”.
Lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, celebrando ieri sera, la messa presso la Chiesa dell’Annunciazione, nella capitale irachena, concelebrante il parroco, padre Bashar Bassel.
L’auspicio del patriarca è che “nasca in tutte le parti del mondo un nuovo ordine più rispettoso delle persone, dei popoli e dei Paesi”. “Più pace, stabilità, solidarietà, giusta condivisione dei beni” ha invocato Mar Sako che ha ricordato come questo ordine sia insito “nell’insegnamento di Cristo. Dobbiamo ritornare a Lui per la salvezza, per trasformare tutto, quanto più possiamo, in amore”. “Il grande dono che ci ha fatto Gesù”, ha aggiunto, “è stato il comandamento dell’amore, ‘che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi’. Ci ha amati fino alla morte di croce. Non è forse questo il vero dono, il più grande dono fatto a tutta l’umanità? Il cambiamento avverrà – ha ribadito il cardinale – solo quando ameremo il nostro fratello come noi stessi”.
Diversamente, ha avvertito, “non usciremo dalle delusioni e dai tradimenti. Il cambiamento avviene quando siamo costantemente guidati da Dio a seguire la strada giusta per vivere insieme quotidianamente nell’amore, nel rispetto come fratelli e sorelle, nella preghiera, nella pazienza e nel compiere il bene”.
Un insegnamento, ha concluso, che “vale anche per chi non crede e che ci aiuta ad affrontare con speranza le difficoltà e a leggerle come segni dei tempi, affinché la nostra umanità possa risorgere da queste tenebre profonde”.
Lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, celebrando ieri sera, la messa presso la Chiesa dell’Annunciazione, nella capitale irachena, concelebrante il parroco, padre Bashar Bassel.
L’auspicio del patriarca è che “nasca in tutte le parti del mondo un nuovo ordine più rispettoso delle persone, dei popoli e dei Paesi”. “Più pace, stabilità, solidarietà, giusta condivisione dei beni” ha invocato Mar Sako che ha ricordato come questo ordine sia insito “nell’insegnamento di Cristo. Dobbiamo ritornare a Lui per la salvezza, per trasformare tutto, quanto più possiamo, in amore”. “Il grande dono che ci ha fatto Gesù”, ha aggiunto, “è stato il comandamento dell’amore, ‘che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi’. Ci ha amati fino alla morte di croce. Non è forse questo il vero dono, il più grande dono fatto a tutta l’umanità? Il cambiamento avverrà – ha ribadito il cardinale – solo quando ameremo il nostro fratello come noi stessi”.
Diversamente, ha avvertito, “non usciremo dalle delusioni e dai tradimenti. Il cambiamento avviene quando siamo costantemente guidati da Dio a seguire la strada giusta per vivere insieme quotidianamente nell’amore, nel rispetto come fratelli e sorelle, nella preghiera, nella pazienza e nel compiere il bene”.
Un insegnamento, ha concluso, che “vale anche per chi non crede e che ci aiuta ad affrontare con speranza le difficoltà e a leggerle come segni dei tempi, affinché la nostra umanità possa risorgere da queste tenebre profonde”.