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1 ottobre 2023

Iraq: card. Sako (patriarca), “la Chiesa non è costruita con denaro rubato”

By AgenSIR - Patriarcato caldeo
30 settembre 2023
Daniele Rocchi

“L’oppressione, l’esclusione e l’emarginazione che viviamo dalla caduta del regime fino ad oggi devono portarci a fermarci, meditare e pregare, in modo da poter trasformare questa angoscia in una benedizione consolidando la nostra fede e ripristinando l’unità. La fede è una forza di fortezza, fermezza e speranza”.
Così il patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako, scrive ai fedeli cristiani di Iraq a pochi giorni dalla sua partenza per l’Italia per partecipare al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità (4 -29 ottobre in Vaticano).
“Non abbiate paura di coloro che sono arroganti e trasgrediscono i buoni costumi, e si affidano alla menzogna, alla falsificazione, al saccheggio, alle minacce e alle uccisioni, anche se li vediamo pregare nei luoghi dii culto. Affrontare queste persone è duro, ma alla fine la verità prevale. Lasciate che queste persone corrotte si rendano conto che sono inevitabilmente morte, e che la giustizia di Dio le perseguiterà, se la giustizia dello Stato non riesce a ritenerle responsabili”.
La Chiesa, ricorda Mar Sako, “è abitata dallo Spirito di Dio che la costruisce e la protegge. Sento che la comunità cristiana irachena è piena dello Spirito di Cristo che abita in essa, nonostante tutte le crudeltà e i sacrifici”.
A riguardo il patriarca ricorda l’incendio di due giorni fa a Qaraqosh, che ha provocato centinaia tra morti e feriti e causato dalla mancata applicazione delle norme di sicurezza nella costruzione della sala che ospitava il matrimonio. “Cercate di mantenere visibile l’immagine di Cristo nella vostra vita, nel vostro dolore e nella vostra speranza”, conclude il cardinale che esorta “le chiese, che si sono schierate con i ‘corrotti’ e hanno preso denaro proibito con il pretesto che è per la chiesa, a restituirlo il prima possibile perché la Chiesa non è costruita con denaro rubato. Da parte mia, continuerò a difendere i diritti degli iracheni e dei cristiani con lo stesso vigore e fermezza”.