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7 luglio 2022

Giovani cristiane sostengono la riapertura di biblioteche e librerie a Mosul e nella Piana di Ninive


Janan Shaker Elias Foto Syriac Press
A Mosul e nella Piana di Ninive, anche la rete di biblioteche e librerie ha pagato un duro prezzo all’occupazione jihadista e agli interventi militari che l’hanno abbattuta. In quegli anni, dal 2014 al 2017, i negozi di libri erano stati chiusi, biblioteche di valore storico erano andate distrutte, collezioni di libri e manoscritti antichi erano state portate lontano per sottrarle a saccheggi e devastazioni. Adesso, tra i segnali di “ripartenza” della vita sociale e comunitaria in quella regione dell’Iraq, si fa notare anche la riapertura di biblioteche, librerie e presidi culturali. Un fenomeno che coinvolge in maniera singolare alcune giovani appartenenti alle comunità cristiane autoctone.
Nel villaggio di Sirishka nel distretto di Alqosh, a nord-est di Mosul, in Iraq, sta crescendo l’interessa e il coinvolgimento della popolazione locale intorno all’iniziativa di Janan Shaker Elias, la giovane donna che ha aperto al pubblico una biblioteca privata presto divenuta centro di incontri e scambi culturali. Al momento, il locale offre alla libera consultazione quasi 2mila volumi (numero in lento ma costante aumento), suddivisi per generi e discipline, e funziona anche come centro per la prenotazione di libri da acquistare.
L’idea di aprire una libreria – ha raccontato Janan ai media locali – era da tempo venuta in mente alla giovane bibliofila, che anche prima dell’ultimo conflitto si vedeva sempre costretta a ordinare libri online e attendere lunghi tempi di consegna. Il proposito si è rafforzato ancora di più quando anche Janan con la sua famiglia sono stati costretti a allontanarsi dal proprio villaggio minacciato dall’avanzata dei Jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). Una volta tornata a Sirishka, e dopo aver terminato i suoi studi universitari, Janan è finalmente riuscita a realizzare il suo sogno, con cui si augura di dare un contributo alla ricomposizione del tessuto sociale, culturale e comunitario lacerato dai conflitti e dalle pulsioni settarie.
Sunbulah Aziz Shehab Ahmed Mustafa
Foto University of Mosul
La sollecitudine dei giovani cristiani per il ruolo svolto da biblioteche e librerie nella ripresa della convivenza civile nella regione irachena rimasta per anni sotto occupazione jihadista è affiorata a fine giugno anche nella Facoltà di Lettere dell’Università di Mosul, dove diverse persone hanno assistito alla discussione della tesi di laurea svolta dalla studentessa Sanbla Aziz Shihab sul tema della distruzione delle biblioteche e del suo impatto negativo sulla pace comunitaria in Iraq. Nella sua ricerca, la laureanda ha concentrato l’attenzione sulla distruzione delle biblioteche cristiane a Mosul e nelle città della Piana di Ninive durante gli anni della recente occupazione jihadista.
Lo scorso febbraio, la riapertura della Biblioteca dell'Università di Mosul, ricostruita dopo le devastazioni subite durante le offensive militari contro gli occupanti di Daesh, è stata presentata dai media internazionali come un segno oggettivo della iniziale “ripartenza” della metropoli nord-irachena, dopo anni di stragi, bombardamenti e fughe di massa.