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14 giugno 2022

Muqtada al Sadr prolunga la campagna per la restituzione di case e terre sottratte illegalmente ai “fratelli cristiani”

11 giugno 2022

Foto Rudawarabia.net

Il leader sciita iracheno Muqtada al Sadr, a capo della coalizione di forze più rilevante nell’attuale Parlamento di Baghdad, ha annunciato la proroga dell’attività svolta dal comitato ad hoc istituito su sua iniziativa all’inizio del 2021 con l’incarico di recuperare e restituire beni immobiliari sottratti negli ultimi anni in maniera abusiva e illegale a legittimi proprietari iracheni appartenenti alle comunità cristiane o alla comunità religiosa dei mandei (seguaci di dottrine religiose di matrice gnostica).
Il prolungamento delle attività di ricerca svolte dal Comitato è stato annunciato in un testo firmato dallo stesso Muqtada al Sadr, nel quale vengono annunciati anche i nomi di tre nuovi membri inseriti nell’organismo istituito – così si legge nel documento diffuso dal leader sciita – “per restituire le case e le proprietà dei fratelli cristiani e appartenenti a altre comunità minoritarie”, che abbiano denunciato e attestato con prove adeguate i casi di esproprio illegale di cui sono stati vittime. Il prolungamento dell’incarico affidato al Comitato – ha sottolineato Muqtada al Sadr – conferma il valore e l’importanza dell’iniziativa, e è stato disposto per far fronte al numero crescente di denunce e segnalazioni pervenute all’organismo.
All’inizio del 2021, come riferito dall’Agenzia Fides, Muqtada al Sadr aveva disposto la creazione di un Comitato ad hoc, incaricato di raccogliere e verificare notizie e reclami riguardanti i casi di esproprio abusivo di beni immobiliari subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani e mandei in diverse regioni del Paese. L’intento dell’operazione sponsorizzata dal leader sciita – si leggeva in un comunicato diffuso allora dai promotori dell’iniziativa - era quello di ristabilire la giustizia, ponendo fine alle violazioni lesive dei diritti di proprietà dei “fratelli cristiani”, anche quando a commetterle fossero stati membri dello stesso Movimento sadrista. La richiesta di segnalare casi di espropriazioni illegali subite era estesa anche alle famiglie di cristiani che hanno lasciato il Paese negli ultimi anni, con la richiesta di far pervenire al comitato le segnalazioni di usurpazioni fraudolente subite.
A febbraio  il Comitato ad hoc del Movimento, diffondendo un aggiornamento sui risultati delle proprie attività, aveva riferito che più di 120 beni immobiliari – terreni e case – oggetto di precedenti espropri illegali erano già stati restituiti ai legittimi proprietari cristiani nell’area di Baghdad e in altre regioni del Paese.
Il fenomeno della sottrazione illegale delle case dei cristiani ha potuto prendere piede anche grazie a connivenze e coperture di funzionari corrotti e disonesti, che si mettono a servizio di singoli impostori e gruppi organizzati di truffatori.  Il furto “legalizzato” delle proprietà delle famiglie cristiane è strettamente collegato all'esodo di massa dei cristiani iracheni, accentuatosi a partire dal 2003, dopo gli interventi militari a guida Usa messi in atto per abbattere il regime di Saddam Hussein. Tanti truffatori si sono appropriati di case e terreni rimasti incustoditi, contando sulla facile previsione che nessuno dei proprietari sarebbe tornato a reclamarne la proprietà.
Muqtada al Sadr è noto per essere stato anche il fondatore dell'esercito del Mahdi, la milizia – ufficialmente sciolta nel 2008 - creata nel 2003 per combattere le forze armate straniere presenti in Iraq dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Gli analisti hanno registrato negli ultimi dieci anni diversi cambi di passo del leader, che nel 2008 ha sciolto la sua milizia e non appare allineato con l'Iran. Le elezioni parlamentari tenutesi il 10 ottobre 2021 hanno visto una netta affermazione della alleanza elettorale guidata dal leader sciita Muqtada al Sadr, che in Parlamento ora occupa 73 dei 329 seggi disponibili. Dalle elezioni è uscito invece ridimensionato il peso parlamentare dei Partiti sciiti filo-iraniani, che hanno duramente contestato i risultati. Finora non è stato possibile procedere alla formazione di un nuovo governo, né all’elezione di un nuovo Presidente.