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3 maggio 2022

Le prime comunioni dei bambini, speranza nuova delle Chiese in Iraq e Siria


Foto Parrocchia di San Giorgio - Tellesqof

“La terra che alcuni anni fa fu attaccata dai militanti dello Stato islamico, che volevano eliminare i cristiani, oggi esulta ad alta voce. La nostra fede e la nostra Croce hanno vinto”.
Padre Karam Shamasha, sacerdote caldeo di Mosul, esprime con enfasi la sua commozione davanti allo spettacolo che ha visto accadere nelle città della Piana di Ninive. Il segno del miracolo che provoca il suo giubilo non è il ritorno in massa di tutti i battezzati fuggiti negli ultimi anni dalla regione e emigrati all’estero, o l’affermazione politica di qualche partitino cristiano, ma le foto dei 126 bambini e bambine delle città di Alqosh e Telskuf che hanno ricevuto la prima comunione a fine aprile.
Con l’arrivo della primavera e del tempo di Pasqua, le feste per le prime comunioni dei bambini, con loro attingere al mistero sacramentale della Chiesa, vengono dovunque celebrate come un segno potente di come la grazia ha custodito la fede nelle comunità cristiane locali, negli anni di conflitti e convulsioni che hanno stravolto la vita quotidiana di moltitudini di persone sia in Iraq che in Siria, e dopo i limiti imposti alle celebrazioni liturgiche anche dall’arrivo della pandemia.
Le celebrazioni per le prime comunioni, proprio nella loro semplicità di gesto vissuto nell’ordinarietà della vita ecclesiale, sprigionano sentimenti di gratitudine e fiducia nel futuro che accomunano tutte le Chiese d’Oriente nella condivisa testimonianza resa alla grazia di Cristo operante attraverso i sacramenti.
Il 29 aprile, a Baghdad, anche il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea, ha amministrato la prima comunione a 16 fanciulli e fanciulle nella chiesa di Sant’Elia. Il dono dei sacramenti e la possibilità di partecipare ai divini misteri – ha detto tra l’altro il Patriarca in quell’occasione – rappresentano la sorgente della vita cristiana: il Battesimo dona la nuova nascita in Cristo, e l’Eucaristia – ha aggiunto il Cardinale iracheno, citando Sant’Efrem il Siro – “è il cibo dei cuori per la vita eterna”.
Domenica 1° maggio, 45 giovanissimi cristiani siro-ortodossi hanno ricevuto per la prima volta la Santa Comunione nella chiesa di Qamishli dedicata alla Vergine Maria. La liturgia eucaristica è stata celebrata da Mor Maurice Amsih, Vescovo siro-ortodosso di Jazirah e dell'Eufrate: “Questi bambini e queste bambine sono per noi la speranza del futuro, sono la nuova linfa della Chiesa” ha dichiarato il Vescovo Maurice all’emittente cristiana locale Suroyo TV.