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2 marzo 2021

Papa in Iraq: Bruni, “fraternità e speranza” le due parole-chiave del viaggio


“Fraternità e speranza”: sono queste “le due parole che possono aiutarci a fare sintesi del prossimo viaggio in Iraq”. A spiegarlo è stato Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, durante la conferenza stampa di presentazione del viaggio, organizzata in modalità mista (presenza e streaming) dalla Sala stampa vaticana. Un’altra caratteristica di questo viaggio che si annuncia già storico, in quanto vedrà per la prima volta la presenza di un Papa in terra irachena, “è il fatto che si svolge in un tempo di pandemia, e di questo dovremo tenere conto”, ha spiegato Bruni, sottolineando “l’entusiasmo con cui il popolo iracheno, un popolo che ha molto sofferto, si è preparato a questo viaggio”. “Incontrare la comunità cristiana; approfondire il rapporto tra religioni diverse; incontrare l’Iraq”, i tre obiettivi principali del viaggio, che porta a compimento il sogno manifestato da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000. Non si tratta, ha puntualizzato però Bruni, di un viaggio rivolto al passato, ma “caratterizzato da un’apertura al futuro, nel segno di Abramo”. Già il 30 ottobre del 2013, pochi mesi dopo l’elezione al soglio di Pietro, Papa Francesco aveva rivelato l’urgenza di pregare per l’Iraq, “colpito quotidianamente da tragici episodi di violenza, perché trovi la strada della riconciliazione e della pace”. Violenza, quella di cui è stato vittima l’Iraq, che dal 2004 si è moltiplicata fino a culminare, il 31 ottobre 2010, nell’attentato nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad, dove Papa Francesco si recherà nel pomeriggio del 5 marzo, primo giorno del viaggio, e terrà il suo secondo discorso.