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1 marzo 2021

Cristiani iracheni fanno memoria di Paulos Rahho. Arcivescovo caldeo di Mosul, a 13 anni dal suo rapimento e dalla sua morte


Mentre si preparano a accogliere Papa Francesco, i cristiani iracheni fanno memoria di Paulos Faraj Rahho, arcivescovo di Mosul, nel tredicesimo anniversario del suo rapimento e della sua uccisione, e c’è chi chiede di rilanciare le indagini per chiarire gli enigmi che ancora circondano la sua morte martiriale.
Il 29 febbraio 2008, l’auto su cui l’Arcivescovo viaggiava fu assaltata da un commando di ignoti uomini armati.
Rahho, era appena uscito dalla chiesa dello Spirito, Santo, dove aveva celebrato il pio esercizio della Via Crucis. L’autista e due suoi collaboratori che si trovavano con lui sul veicolo vennero subito uccisi, mentre l’Arcivescovo fu rapito. Dopo giorni di serrate trattative per la sua liberazione, il suo corpo senza vita fu ritrovato il 12 marzo, nei pressi di un cimitero abbandonato nel distretto di Karama. Le cause della sua morte non sono state mai chiarite in maniera definitiva.
Adesso, mentre anche Mosul si appresta a accogliere Papa Francesco durante la sua visita pastorale in Iraq, il portale d’informazione ankawa.com lancia un appello a riaprire il dossier delle indagini su quel rapimento, per cercare di far luce sui responsabili di quell’evento criminale che provocò la sua morte.
Nel periodo successivo al 2003, anno dell’operazione militare a guida USA che aveva causato il crollo del regime di Saddam Hussein, la città di Mosul fu teatro di una escalation di violenze, crimini e rapimenti che presero di mira in maniera accentuata appartenenti alle locali comunità cristiane.
Il Sinodo dei Vescovi caldei già nel settembre 2016 aveva messo all’ordine del giorno di una sua riunione la necessità di avviare i processi di beatificazione per martirio riguardanti l’Arcivescovo Rahho, per il sacerdote caldeo Raghiid Aziz Ganni e per suor Cecilia Moshi Hanna, uccisa a Baghdad nel 2002.
Nel maggio 2018 (vedi Fides 14/5/2018), la Congregazione per le Cause dei Santi ha concesso il Nihil Obstat richiesto per avviare il processo di canonizzazione di padre Raghiid Ganni e dei tre diaconi – Basman Yousef Daud, Wahid Hanna Isho e Gassan Isam Bidawid – uccisi insieme a lui dal commando armato che il 3 giugno 2007 assaltò la a Mosul la chiesa dello Spirito Santo.
Alla fine di ottobre del 2019 si è conclusa a Baghdad la fase diocesana della Causa di Beatificazione e Dichiarazione di Martirio dei 48 servi di Dio trucidati il 31 ottobre 2010 a Baghdad dal commando terrorista che assaltò la chiesa siro cattolica intitolata a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.