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21 gennaio 2021

Baghdad, 30 morti e 70 feriti in un doppio attacco. Il dolore del papa e di mons. Warduni

Foto Rudaw


Un attacco che “ha colpito nel centro della città” e che “ha sorpreso tutti quanti: non ce lo aspettavamo ed è difficile capire cosa sia successo”.
È quanto afferma ad AsiaNews mons. Shlemon Audish Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad e braccio destro del patriarca caldeo, commentando il grave attentato che ha colpito la capitale irakena questa mattina, dopo un lungo periodo di relativa calma.
Papa Francesco ha inviato in mattinata un suo telegramma di cordoglio. “Restiamo in attesa - aggiunge il prelato - di raccogliere maggiori informazioni, per il resto dobbiamo aspettare”.
Un doppio attentato suicida ha provocato oltre 30 morti e 70 feriti questa mattina in un mercato all’aperto in piazza al-Tayaran, nel centro di Baghdad, che da tempo non registrava fenomeni violenti di così vasta portata. Le due esplosioni sono avvenute verso le 12 ora locale.
Per i soccorritori il bilancio è ancora provvisorio e il numero delle vittime è destinato da aumentare nelle prossime ore. Diversi feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi, sono stati ricoverati negli ospedali della città. Un analogo attacco nella stessa piazza nel 2018 aveva provocato 31 vittime. Dal giugno dello scorso anno non si verificavano attacchi sanguinosi di così vasta portata a Baghdad, una delle città interessate dalla visita di papa Francesco dal 5 all’8 marzo. Il pontefice segue da vicino l’evolversi della situazione irakena e, attraverso il Segretario di Stato card Pietro Parolin ha inviato un telegramma di condoglianze al presidente Barham Salih. Il papa esprimendo “profonda tristezza” deplora “questo atto brutale senza senso” e prega “per le vittime e le loro famiglie, per i feriti e per il personale medico” intervenuto. Egli richiama i valori di “fraternità, solidarietà e pace” per “superare le violenze” e invoca la benedizione per la nazione e il suo popolo. Al momento non si registrano rivendicazioni ufficiali ma i sospetti, anche in considerazione delle modalità d’azione, sono indirizzati verso lo Stato islamico (SI, ex Isis), sconfitti sul piano militare, ma con cellule ancora attive sul territorio e in ripresa con la pandemia di Covid-19.
Con la caduta di Mosul, ex roccaforte jihadista, l’Isis ha rivendicato solo la responsabilità di attacchi di piccola scala, effettuati perlopiù di notte contro postazioni militari in aree isolate. Secondo le prime testimonianze, due kamikaze imbottiti di esplosivo si sono fatti esplodere fra la gente. Il primo è entrato al mercato dicendo di non sentirsi bene e quando si è formato un gruppo di persone si è fatto saltare in aria; la deflagrazione ha attirato l’attenzione delle persone presenti, che si sono dirette nel punto dello scoppio. In quel momento un secondo attentatore ha azionato il giubbotto esplosivo. Per Baghdad è l’attentato più grave degli ultimi tre anni: il mercato era tornato ad affollarsi solo nell’ultimo periodo, dopo mesi di chiusure e restrizioni legate alle politiche di contenimento della pandemia di nuovo coronavirus. Intanto il Paese si prepara alle elezioni generali, occasione anche in passato di gravi episodi di violenze: infatti, l’attentato del 2018 aveva preceduto di qualche tempo il voto alle politiche. Il Primo Ministro Mustafa al-Kadhemi aveva indicato giugno come data per le elezioni, anche in risposta alle massicce proteste dell’ottobre 2019 e represse dal precedente esecutivo con la forza; tuttavia, per questioni organizzative e burocratiche la commissione elettorale ha posticipato il voto al prossimo mese di ottobre.