“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
Il Mese Missionario Straordinario “Ottobre 2019” si è aperto anche in
Iraq con una celebrazione liturgica presieduta dal Patriarca caldeo
Louis Raphael Sako a Baghdad, nella Cattedrale di San Giuseppe, la sera
di martedì 1 ottobre. La celebrazione è stata scandita da preghiere e
letture bibliche e dalla recita del Rosario. Nella sua omelia, il
Patriarca caldeo ha riproposto la missione come tratto costitutivo del
dinamismo con cui si comunica agli uomini di ogni tempo la salvezza
promessa da Cristo, e ha sottolineato che tale vocazione missionaria
chiama in causa anche le Chiese di tradizione apostolica presenti in
Medio Oriente. Il “metodo” valido anche oggi per annunciare la gioia del
Vangelo ai propri contemporanei – ha suggerito il Patriarca caldeo – è
lo stesso utilizzato dall’Apostolo Filippo con Natanaele, e raccontato
nel primo capitolo del Vangelo secondo Giovanni: «Filippo era di
Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli
disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge,
e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth”. Natanaele gli
disse: “Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose:
“Vieni e vedi”».